In quasi venti anni di attività, lo studio fondato e guidato da Patricia Urquiola ha dimostrato una notevole abilità nel muoversi tra materiali, tecniche e tipologie, conquistando la scena internazionale. Per la prima volta, Madrid ospita una retrospettiva dedicata al lavoro della nota progettista, che in Italia ha trovato la sua "seconda patria".
Originaria di Oviedo, in Spagna, e fortemente legata all’Italia ‒ a Milano si è laureata al Politecnico, sotto la guida di Achille Castiglioni, e ha fondato il suo studio nel 2001 ‒ la pluripremiata architetta e designer Patricia Urquiola è omaggiata dalla terza edizione del Madrid Design Festival con la prima grande retrospettiva dedicata al suo lavoro dalla capitale spagnola.
Aperta fino al 1° marzo prossimo, Nature Morte Vivante ricostruisce, in cinque distinte aree tematiche, la sua prolifica produzione nel settore dell’industrial design, mettendo in evidenza le connessioni e gli incroci con l’artigianato, il suo metodo di lavoro e la pluralità dei suoi riferimenti e interessi.
Curata da Ana Dominguez Siemens, la rassegna rinuncia al criterio cronologico e riunisce i tanti progetti firmati Urquiola — dai mobili ai tappeti; dalle lampade ai vasi; dai tessuti alle vasche da bagno, fino alle ceramiche, solo per citarne alcuni — intorno a cinque nature morte, tra cui le opere Nature Morte Vivante di Salvador Dalí e Naturaleza muerta resucitando della pittrice surrealista Remedios Varo.
Tra gli aspetti distintivi della produzione targata Urquiola a emergere sono lo spiccato interesse della poliedrica progettista per le potenzialità del colore e della trasparenza e la sua attenzione verso la questione ambientale, testimoniata anche da pezzi realizzati con materiali riciclati.
[Immagine in apertura: MDF-Madrid Design Festival, Patricia Urquiola, Nature Morte Vivante. Photo Sebastián Bejarano]