Un team di ricercatori dell'Università di Gottinga, in Germania, ha condotto uno studio sul blu egiziano. I risultati della ricerca rivelano nuove incredibili proprietà elettrofisiche del pigmento.
Continuano le ricerche intorno al “misterioso” blu egiziano, il pigmento sintetico creato più di 5mila anni fa e dotato di straordinarie caratteristiche elettrofisiche. Una nuova scoperta condotta dal dottor Sebastian Kruss dell’Istituto di Chimica Fisica dell’Università di Gottinga, in Germania, aggiunge oggi un nuovo tassello alla storia di questo speciale pigmento.
Si tratta dell’identificazione di un nanomateriale estratto dal colore: una scoperta che potrebbe avere risvolti importanti nel campo della microscopia e dell’imaging ottico, entrambi strumenti importanti nella ricerca di base e nella biomedicina.
Nello specifico, il team di ricerca è riuscito a esfoliare dal pigmento del colore una serie di “nanoschede” 100mila volte più sottili di un capello umano, dotate di fluorescenza. In grado di rilasciare luce quando stimolate, queste particelle consentono di far risaltare a una chiara risoluzione ogni tipo di tessuto cellulare a esso accostato. Una qualità straordinaria, che potrebbe risultare assai utile per le indagini scientifiche del futuro.
[Immagine in apertura: Egyptian blue: the researchers obtained the nanosheets from this powder. Photo University of Göttingen]