Avido lettore di Virgilio, assiduo frequentatore delle sale italiane del Louvre, Paul Cézanne fu costantemente ispirato dalla cultura italiana. La nuova mostra al Musée Marmottan Monet di Parigi punta a far luce sulla questione, ponendo in dialogo le opere dell'artista francese e quelle dei suoi modelli classici.
Pur non avendo mai visitato l’Italia, Paul Cézanne venne profondamente influenzato dall’arte del nostro Paese e, più in generale, dalla cultura latina, tanto da farne un modello d’ispirazione costante nella sua pittura. A ripercorrere le corrispondenze fra la tradizione italiana e la ricerca dell’artista francese è oggi una nuova mostra, aperta fino al 5 luglio al Musée Marmottan Monet di Parigi.
Curata da Marianne Mathieu e Alain Tapié, Cézanne and the Master Painters: a Dream of Italy – questo il titolo della rassegna – presenta sessanta dipinti provenienti da collezioni pubbliche e private tra le più conosciute al mondo, con una presenza particolare di opere arrivate da istituzioni italiane quali le Gallerie Nazionali d’Arte Antica di Roma e la Galleria Civica d’Arte Moderna di Torino.
Scandito in due sezioni principali, il percorso espositivo pone in dialogo capolavori realizzati in vita da Cézanne e opere di Tintoretto, Poussin, El Greco e altri maestri della nostra tradizione – o che in Italia trascorsero gran parte della loro attività. Il confronto anacronistico tra i dipinti in mostra ribadisce lo studio, da parte del pittore francese, dei temi, della pennellata, dell’uso della luce e del colore di questi maestri.
Ma se è vero che l’attenzione di Cézanne verso il modello classico è noto, e qui perfettamente delineato, è altrettanto risaputa l’influenza che lo stesso artista ebbe sugli autori che a lui seguirono, anche italiani. La seconda parte del progetto mira proprio a sottolineare questo aspetto, innalzando Cézanne a modello per autori come Morandi, Boccioni, Pirandello, Carrà e molti altri pittori che, nell’artista francese, videro un punto di incontro fra la matrice italiana e le nuove istanze della pittura transalpina, scegliendolo a loro volta come riferimento da cui trarre ispirazione.
[Immagine in apertura: Paul Cezanne, La Montagne Sainte-Victoire, vers 1890. Huile sur toile, 65 x 95,2 cm. Paris, Musée d’Orsay, donation de la petite-fille d’Auguste Pellerin, 1969 © RMN-Grand Palais (Musée d’Orsay) / Hervé Lewandowski]