Deve il suo nome all'omonimo film del 1968 di François Truffaut la serie "Baisers Volés" della fotografa toscana Anita Scianò. Parte del progetto in progress "Journal" − un diario visuale, scattato rigorosamente in 35 mm, con cui l'artista sta raccontando gli ultimi due anni di attività −, questo lavoro riunisce scatti unificati da un "comune denominatore": il gesto dell'abbraccio tra persone, negato dalle misure di contenimento della pandemia in atto. "In questi giorni di divieti, restrizioni e quarantene mai come oggi abbiamo bisogno di calore. Dal 1989, anno in cui sono nata, è la prima volta che concepisco l’idea che un abbraccio, un bacio, una carezza possano essere pericolosi. Per la sicurezza di tutti dobbiamo limitarci, ma nessuno può imbrigliare i nostri occhi", ha scritto l'artista in merito a "Baisers Volés". Scattate in anni, mesi e luoghi diversi, queste immagini provano a mitigare l'attesa del giorno in cui sarà di nuovo possibile perdersi nella bellezza rassicurante di un abbraccio. Senza più tensioni o fobie.
Una foto di Anita Scianò, dalla serie “Baisers Volés”. Courtesy l’artista
Una foto di Anita Scianò, dalla serie “Baisers Volés”. Courtesy l’artista
Una foto di Anita Scianò, dalla serie “Baisers Volés”. Courtesy l’artista
Una foto di Anita Scianò, dalla serie “Baisers Volés”. Courtesy l’artista
Una foto di Anita Scianò, dalla serie “Baisers Volés”. Courtesy l’artista
Una foto di Anita Scianò, dalla serie “Baisers Volés”. Courtesy l’artista
Una foto di Anita Scianò, dalla serie “Baisers Volés”. Courtesy l’artista
Una foto di Anita Scianò, dalla serie “Baisers Volés”. Courtesy l’artista
Una foto di Anita Scianò, dalla serie “Baisers Volés”. Courtesy l’artista
Una foto di Anita Scianò, dalla serie “Baisers Volés”. Courtesy l’artista
Una foto di Anita Scianò, dalla serie “Baisers Volés”. Courtesy l’artista