Il MAMbo – Museo d'Arte Moderna di Bologna ha annunciato l'avvio del percorso di "ridefinizione identitaria e strategica" denominato il Nuovo Forno del Pane. In questo modo "il museo si trasforma in forno, incubatore della creatività".
Secondo molti osservatori e analisti, la pandemia contribuirà alla riscrittura dei paradigmi della società contemporanea. Stanno già prendendo forma nuove consapevolezze, si faranno largo inedite fragilità e, verosimilmente, le urgenze individuali e i bisogni condivisi subiranno una metamorfosi. Questo possibile prossimo scenario, quali riflessi avrà nel settore culturale e, soprattutto, nell’azione dei musei? L’attesa riapertura, prevista per il 18 maggio, si accompagnerà al debutto di progetti in grado di misurarsi con il contesto del post-pandemia?
Una prima – positiva – risposta a tale quesito arriva dal MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, che ha annunciato l’avvio del percorso di “ridefinizione identitaria e strategica” denominato il Nuovo Forno del Pane: una scelta non casuale, poiché ricorda la destinazione d’uso originaria del complesso riqualificato dall’architetto Aldo Rossi. Diretto da Lorenzo Balbi, il museo intende riservare gli spazi della Sala delle Ciminiere alla funzione di centro di produzione interdisciplinare, con l’obiettivo di aprirsi alla comunità creativa, sostenendola nella cruciale fase della ripartenza.
Cosa accadrà dunque nei prossimi mesi? A maggio l’Istituzione Bologna Musei lancerà una open call rivolta ad artisti residenti o domiciliati a Bologna, che non hanno nelle loro disponibilità laboratori o spazi per lavorare; seguirà la stesura della graduatoria per l’assegnazione. L’invito è esteso ad artisti, fotografi, designer, registi e creativi in genere. Parallelamente saranno avviate operazioni di riallestimento della Sala delle Ciminiere e di altre aree del museo, che porteranno alla nascita sia di atelier per singoli professionisti, sia di strutture tecniche destinate a più soggetti, come una sala musica, un laboratorio fotografico e una sala di registrazione-montaggio video.
Tra gli aspetti rilevanti di questo nuovo programma rientra la rimodulazione del calendario espositivo del MAMbo: l’artista Aldo Giannotti, che a giugno avrebbe dovuto aprire la mostra Safe and Sound, sta lavorando con il museo in un’altra forma. Suo, ad esempio, il logo che identifica la nuova vocazione del MAMbo, un “museo si trasforma in forno, incubatore della creatività“, come precisano i soggetti promotori.
[Immagine in apertura: MAMbo, Veduta esterna. Photo Matteo Monti]