Quando Oscar Wilde fu rilasciato dalla prigione inglese nel 1895, decise di trasferirsi a Napoli nella speranza che i “capolavori di carne e marmo” gli fossero di ispirazione per la sua ripresa come scrittore. Un nuovo libro si sofferma su questi e altri episodi, ricostruendo la passione del poeta irlandese per la nostra cultura e gettando luce su uno dei periodi meno conosciuti della sua vita.
La figura di Oscar Wilde ha raggiunto piena affermazione – se non addirittura una sorta di mitizzazione – solo nel corso degli ultimi cento anni, uscendo da quella zona d’ombra a cui l’autore era stato relegato a causa del suo stile di vita per incontrare il favore e l’ammirazione del grande pubblico.
A puntare i riflettori su uno degli aspetti meno noti della sua vita è oggi la nuova pubblicazione di Renato Miracco, tra i principali esperti del poeta irlandese. Stiamo parlando di Oscar Wilde. Il Sogno italiano (nell’immagine in apertura: courtesy l’editore), un volume interamente dedicato agli eventi e ai sentimenti che legarono lo scrittore alla nostra cultura, tra il 1975 al 1900.
Portato in libreria da Colonnese Editore, il libro ricostruisce con perizia gli anni durante i quali Wilde frequentò l’Italia – prima come studente del Magdalen College di Oxford –, poi come intellettuale affascinato dalla bellezza, dalla storia e dall’eredità greco-romana del Bel Paese. Alle ovvie ragioni storico-artistiche (le stesse che spinsero centinaia di illustri figure a intraprendere i celebri “Grand Tour” alla fine dell’Ottocento), si aggiungevano inoltre quelle relative ai gusti libertini dello scrittore. Nello specifico, Napoli e la Costiera amalfitana rappresentavano all’epoca mete imprescindibili della cultura “uraniana” (ovvero omosessuale) europea: luoghi popolati da bei ragazzi in cui ogni “vizio potesse essere soddisfatto”, e che divennero meta privilegiata di Oscar – che qui decise di spendere gli ultimi anni della sua vita, dopo l’esilio volontario dalla Gran Bretagna.
Attraverso una ricchissima scansione di lettere private e fotografie inedite (come quelle di Wilhelm von Gloeden), il libro ripercorre gli incontri cruciali, le influenze inevitabilmente assorbite e nondimeno le difficoltà (economiche e sociali) incontrate durante i soggiorni italiani, aprendo nuove prospettive sullo studio della complessa e affascinante personalità di uno dei più grandi autori di sempre.