Recentemente identificato come un autoritratto di Peter Paul Rubens, il dipinto esposto da pochi giorni alla Rubens House di Anversa getta nuova luce sugli esordi di un pittore destinato a entrare nella storia.
Pittore fra i più amati e celebrati di sempre, Peter Paul Rubens non smette di riservare sorprese. Ne è conferma l’arrivo fra le sale della Rubens House di Anversa di un dipinto “riscoperto” e attribuito all’artista: un autoritratto realizzato da Rubens agli esordi della sua carriera, oggi in prestito alla sede espositiva belga.
L’opera, considerata uno studio preparatorio, fu dipinta dall’artista durante il suo soggiorno in Italia, quando era di stanza presso la corte dei Gonzaga. L’autoritratto rappresenterebbe una sorta di “firma” lasciata da Rubens all’interno della poderosa decorazione della cappella maggiore nella chiesa della Compagnia di Gesù a Mantova, commissionatagli dai Gonzaga.
Nel 1604-05, Rubens dipinse quindi tre grandi tele ‒ La famiglia Gonzaga in adorazione della Trinità, il Battesimo di Cristo e la Trasfigurazione ‒, includendo sé stesso nella scena centrale, che vede protagonista la dinastia dei Gonzaga. Un omaggio a quest’ultima, ma anche un segno visivo del proprio passaggio in una delle corti più floride dell’epoca e un tassello fondamentale di una carriera avviata al successo.
All’inizio dell’Ottocento le truppe napoleoniche prelevarono dalla chiesa le tre tele, che oggi sono conservate presso diversi musei internazionali. Tuttavia ciò che rimane della parte centrale è frammentario e nebuloso, rendendo ancora più prezioso il ruolo giocato dal dipinto preparatorio oggi in mostra ad Anversa e definitivamente attribuito a Rubens da Ben van Beneden e Arnout Balis dopo una serie di controversie passate.
[Immagine in apertura: Rubens, Zelfportret, detail, ca. 1604, in langdurig bruikleen Rubenshuis, particuliere verzameling, foto Ans Brys]