In occasione delle Celebrazioni per i 950 anni dalla rifondazione della Cattedrale di Lucca, l’Opera del Duomo di Lucca ha affidato a importanti istituti di ricerca pubblici una serie di analisi sul monumentale "Volto Santo". E i risultati emersi sono sorprendenti...
È un risultato eclatante quello emerso dagli esami effettuati sul cosiddetto Volto Santo, la monumentale scultura in legno di noce raffigurante Cristo crocifisso vestito di una tunica con maniche, che è esposta in forma permanente nella Cattedrale di Lucca. Alta oltre 240 centimetri, l’opera vanta origini antichissime: il documento più antico a tutt’oggi noto nel quale viene esplicitamente citata è datato 1050. Tuttavia è stato solo grazie alle indagini promosse dall’Opera del Duomo di Lucca in concomitanza con le celebrazioni per i 950 anni dalla rifondazione della Cattedrale di Lucca, che cadono quest’anno, e in vista di un prossimo restauro, che finalmente si è giunti alla datazione dell’opera.
Condotti nella sede di Firenze dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare CHNet – Cultural Heritage Network, ricorrendo per la prima volta al metodo del carbonio 14, questi recenti esami hanno dato un esito sorprendente. Per i tecnici che hanno analizzato tre campioni di legno della scultura e un frammento di tela applicata sulla superficie lignea fin dall’origine siamo di fronte a una scultura realizzata tra gli ultimi decenni dell’VIII e l’inizio del IX secolo. Nelle parole di Annamaria Giusti, consulente scientifica per le Celebrazioni, già direttrice all’Opificio delle Pietre Dure, l’accertata antichità della scultura “chiude l’annoso e controverso problema sull’epoca di esecuzione di quest’opera, che ora possiamo considerare la più antica scultura lignea dell’Occidente arrivata fino a noi“.
Protettore e simbolo della città di Lucca, nonché icona tra più venerate della cristianità, il Volto Santo è arrivato integro fino ai giorni nostri. Al suo indiscusso rilievo in termini di fede e religiosità, nel corso nel XX secolo si è affiancato un animato dibattito critico relativo alla sua datazione, al suo stile e alle modalità di esecuzione. Questioni alle quali offrono ora risposte i vari esami, prendendo così le distanze da quella che Giusti ha ricordato essere stata l’opinione prevalente, ovvero “che si trattasse di un’opera da datare nella seconda metà del XII secolo. Non potendo poi sorvolare sul fatto che la sua esistenza è documentata in epoca più antica (il primo documento che lo cita risale al 1050) si ipotizzava che si trattasse della seconda versione di un più antico Volto Santo, andato per qualche ragione distrutto“.
Il percorso di studio dell’opera non è destinato a interrompersi. L’Opera del Duomo di Lucca ha infatti incaricato l’Istituto di Fisica Applicata del CNR di Firenze di effettuare indagini anche sugli strati di colore presenti sulla superficie della scultura; in corso pure una campagna di rilevamenti del microclima interno alla cappella del Volto Santo. Interrotte a causa della pandemia, le Celebrazioni storiche e religiose riprenderanno in autunno; oltre a convegni, mostre e videoproiezioni, è previsto anche il riallestimento della Cappella di Sant’Apollinare, che conserva il sepolcro di Ilaria del Carretto, noto capolavoro di Iacopo della Quercia.