Noto per l'essenza lirica delle sue fotografie, Ferruccio Ferroni è in mostra al Palazzo delle Arti Beltrani di Trani. Una retrospettiva di grande valore documentaristico e formale, a cento anni dalla nascita del maestro marchigiano.
Spiagge deserte, dettagli della natura osservati da vicino, piccole imbarcazioni e scorci di architetture abbandonate. E poi ancora volti di ragazzi, ballerini e ampi spazi metafisici – luoghi arcani nei quali il vuoto e il silenzio diventano una presenza massiccia, ingombrante, palpabile. Sono solo alcuni dei soggetti prediletti da Ferruccio Ferroni, “poeta della luce” in mostra fino al 13 settembre a Trani.
Ospitata negli spazi del Palazzo delle Arti Beltrani della città pugliese, la rassegna – dal titolo Ferruccio Ferroni: Fotografie – presenta cinquanta immagini in bianco e nero realizzate dal fotografo-avvocato marchigiano durante la sua lunga parabola creativa. Un’occasione d’indubbio prestigio per conoscere in maniera approfondita e ravvicinata il percorso dell’autore, nell’anno che segna il centenario della sua nascita.
Provenienti dall’Archivio Ferroni di Senigallia – e selezionate da Alessia Venditti e Marcello Sparaventi, curatori del progetto espositivo –, le immagini (realizzate a partire dal secondo dopoguerra e stampate dall’artista in persona) esemplificano la ricerca creativa di Ferroni, basata sull’utilizzo di forti contrasti e sul valore delle associazioni semantiche tra i soggetti delle singole scene. In esse lo spazio, il tempo e la luce dialogano in maniera eloquente, invitando l’osservatore a “prendere parte” a composizioni liriche di forte intensità.
Allestita in maniera site specific, la mostra rappresenta un excursus che parte dagli esordi fino all’affermazione artistica del protagonista, senza nascondere i dubbi e le complessità di una ricerca, quella di Ferroni, sempre giocata fra amatorialità e professionalismo. Arricchiscono la visita, infine, un video sulla produzione a colori dell’artista e una selezione di opere del giovane fotografo contemporaneo Piero Peroco.
[Immagine in apertura: Ferruccio Ferroni, Lidia e Annalisa, 1958. Courtesy Archivio Ferruccio Ferroni di Senigallia]