Le opere dei grandi maestri della stampa giapponese sono al centro di un nuovo, speciale cofanetto portato di recente in libreria da L'Ippocampo Edizioni. Una serie di favolose illustrazioni dedicate al tema delle geishe.
La parola “geisha” è stata a lungo associata, nella cultura occidentale, alla figura di una donna d’alto bordo pronta a vendersi per denaro. Una definizione banale ed erroneamente diffusa al di fuori dei confini orientali, che tradisce il senso più profondo di questo termine.
All’interno della società giapponese, infatti, il ruolo della geisha era quello di intrattenere i clienti con danze, musiche e conversazioni raffinate. In sostanza – come indicato nel nome stesso –, la geisha era una persona “votata alle arti”: una donna colta ed elegante, pagata per tenere compagnia e far passare ai suoi ammiratori – quasi sempre uomini di affari e politici – del tempo piacevole e di qualità.
A gettare luce sulla storia di queste fanciulle, note per il caratteristico trucco e le acconciature esuberanti, è la nuova pubblicazione della casa editrice L’Ippocampo: un prezioso cofanetto ricco di illustrazioni realizzate da Utamaro, Kunisada, Hokusai e altri grandi artisti della grafica orientale del secondo Ottocento.
Curato da Amélie Balcou (già all’opera con il cofanetto dedicato alle trentasei vedute del monte Fuji) e presentato come un elegante box da collezione, il volume – dal titolo Geishe celebrate dai maestri della stampa giapponese – è un omaggio all’iconicità e alla bellezza di queste donne, nonché al loro simbolismo nel Paese del Sol Levante.
Attraverso una selezione delle più famose stampe del genere bijin-ga (letteralmente “immagini di belle donne”), le singole illustrazioni – disposte a leporello – accompagnano il lettore in un mondo fatto di poesia e leggerezza rara. Circa cento opere da assaporare nei dettagli, per capire l’importanza di queste icone storiche, oltre gli stereotipi imposti dal presente.
[Immagine in apertura: Kitagawa Utamaro, La geisha Hitomoto, 1795-1800 ca.]