A Stoccolma un faccia a faccia con Alberto Giacometti

11 Ottobre 2020

Alberto Giacometti, Spoon Woman, 1927. Coll. Fondation Giacometti Paris © Estate of Alberto Giacometti / Bildupphovsrätt 2020

Non ha bisogno di presentazioni la sua scultura, resa ancora più riconoscibile dalle tipiche figure allungate e solitarie, emblema di un nuovo approccio all’arte plastica, influenzato dalle vicende storico-sociali della prima metà del Novecento e da un fermento creativo che affonda le radici nel terreno delle Avanguardie.

Stiamo parlando di Alberto Giacometti, protagonista della mostra al Moderna Museet di Stoccolma inaugurata poche ore fa e visitabile fino al 17 gennaio prossimo. Giacometti ‒ Face to Face accosta oltre 110 opere ‒ tra sculture, dipinti e disegni ‒, testimonianze dirette e tangibili di una parabola artistica profondamente connessa all’epoca che le fece da sfondo.

GIACOMETTI E LA STORIA

La scelta dei curatori Jo Widoff e Christian Alandete è ricaduta sulla definizione del contesto culturale in cui Giacometti mosse i propri passi, sfatando il mito dell’artista disinteressato a quanto gli accadeva attorno. In particolare la mostra svedese prende in esame il fondamentale dialogo tra Giacometti e Georges Bataille, Jean Genet e Samuel Beckett, che condivisero con lo scultore le atmosfere cariche di stimoli di una Parigi nella quale lo svizzero Giacometti trovò un punto di equilibrio, non solo geografico, sul finire degli anni Venti del secolo scorso.

Per tutti e quattro è la questione della realtà a finire nel mirino di una ricerca ‒ artistica, filosofica e letteraria ‒ desiderosa di scardinare punti di vista convenzionali e di restituire una visione del mondo in linea con le dinamiche di una società mutevole e instabile, a cavallo tra i due conflitti mondiali. Dopo aver attinto dai dettami surrealisti, Giacometti guardò oltre, delinenando un linguaggio del tutto personale che, facendo salvo il principio di verosimiglianza, mescola richiami all’arte preistorica e di matrice non occidentale alla volontà di tradurre in scultura i contorni di un’umanità messa alla prova dalla Storia.

[Immagine in apertura: Alberto Giacometti, Spoon Woman, 1927. Coll. Fondation Giacometti Paris © Estate of Alberto Giacometti / Bildupphovsrätt 2020]