La Cattedrale di San Bavone di Gent inaugura la nuova “casa” del “Polittico dell'Agnello Mistico” dei fratelli Van Eyck. Da poco restaurata, la splendida pala d'altare ha trovato dimora nel sofisticato Visitor Center della chiesa.
Quella del Polittico dell’Agnello Mistico è una delle avventure più complesse e tormentate della storia dell’arte, a partire dalla sua attribuzione. Dipinta dall’artista fiammingo Jan van Eyck tra il 1426 e il 1432, l’opera vide infatti la partecipazione del “misterioso” fratello Hubert, figura largamente sconosciuta e ancora oggi avvolta negli enigmi.
Composto da dodici pannelli di legno di quercia (per un’apertura totale di 258 x 375 cm), il polittico fu al centro di numerose vicissitudini. Realizzato per la cattedrale di San Bavone di Gent, in Belgio, e trasferito più volte nel corso dei secoli, nel 1781 vennero spostati in sagrestia i nudi troppo “espliciti” di Adamo ed Eva, mentre al 1934 risale il furto del pannello raffigurante i Buoni Giudici (oggi sostituito da una copia fedele). È anche a fronte delle numerose peripezie che il capolavoro è stato recentemente collocato in una nuova struttura in vetro: una sistemazione definitiva, pensata per porre fine alle travagliate vicende del dipinto e consentire a tutti gli appassionati d’arte di ammirarne la grandezza.
A partire da ieri, 25 marzo, la pala d’altare dei Van Eyck è stata infatti sistemata in una nuova e sofisticata collocazione, nel deambulatorio della cattedrale di San Bavone – per l’esattezza nella cappella del Sacramento, allargata e restaurata per l’occasione. L’obiettivo della cospicua operazione è proteggere l’opera ricreando condizioni climatiche e di sicurezza eccellenti, offrendo allo stesso tempo ai visitatori un’esperienza artistica intima e completa. Costruita su misura, la teca in vetro permette infatti di ammirare la pala d’altare in tutta la sua brillantezza e vivacità – anche a seguito dello straordinario restauro recentemente concluso: un colpo d’occhio notevole, che pone fine all’annoso dibattito sui pericoli e sulla precarietà che da sempre circondano il dipinto.
Visibile sia frontalmente che nella sua parte posteriore, il capolavoro è inoltre affiancato da una serie di strumenti tecnologici che garantiscono una fruizione ancora più immersiva e dettagliata della sua “saga” e della sua composizione. Assistenti digitali personali, sensori 3D e tablet per la realtà aumentata consentono di attraversare la storia della chiesa e del Polittico, conducendo turisti, fedeli e appassionati indietro nel tempo fino all’epoca in cui esso venne dipinto.
[Immagine in apertura: © www.artinflanders.be, foto Cedric Verhelst]