A intrecciare, almeno simbolicamente, i percorsi e le visioni del fotografo e filmmaker romano Olmo Amato, dell'artista Michela Cavagna, rientrata in Italia dopo una lunga esperienza nel Sud Est asiatico, e di Fosco Maraini, autorevole documentarista, scrittore e orientalista di origini fiorentine, è il Giappone. Le traiettorie dei tre autori, lontani per epoca e distinti per stile, si incrociano fino al 30 maggio prossimo a Biella. Nelle sale di Palazzo Ferrero sono infatti riuniti i loro lavori fotografici. Tre le mostre presentate in parallelo nella sede espositiva: si va da "La luna e il bambù", in cui Amato dà prova della sua capacità di unire in un’immagine l'analogico e il digitale svelando un Giappone lontano dai grattacieli e dalla tecnologia, a "Endocosmo Maraini", che raccoglie le straordinarie immagini della permanenza nel Paese asiatico del noto autore, fino ad arrivare a "Iris. Inverno (e poi sarà di nuovo primavera)", con gli inediti di Michela Cavagna. Questi ultimi lavori, presentati nella cornice di BI-BOx, sempre a Palazzo Ferrero, omaggiano la cultura giapponese chiamando in causa le categorie del silenzio e del vuoto e invitando l'osservatore alla contemplazione e alla personale interpretazione.
Fosco Maraini, Kyoto 1985, La geisha pienamente aggiornata
Michela Cavagna, Particolare
Michela Cavagna, Particolare
Michela Cavagna, Particolare
Michela Cavagna, Particolare
Olmo Amato, Akane
Olmo Amato, Midori
Olmo Amato, Ren
Olmo Amato, Yumiko
Vista dell’allestimento della mostra Endocosmo Maraini. Il Giappone di Fosco Maraini
Vista dell’allestimento della mostra Iris. Inverno (E poi sarà di nuovo primavera), con le opere di Michela Cavagna