Lo studio di architettura Margot Krasojević ha progettato un avveniristico hotel galleggiate composto dai rifiuti raccolti nell'Oceano Indiano. Un progetto che coniuga ricerca, turismo e sostenibilità.
Costruire un hotel galleggiante riutilizzando le immense quantità di plastica che ogni anno si riversano al largo dell’Australia. È l’utopico progetto immaginato da Margot Krasojević Architects, studio di architettura con sede a Londra e a Pechino non nuovo a interventi edilizi futuristici dedicati ai temi della sostenibilità.
La nuova opera dello studio è l’avveniristico Recycled Ocean Plastic Resort: una struttura – non ancora realizzata e in fase di progettazione – che potrebbe nascere un domani non troppo lontano dalla costa della West Island, nell’Oceano Indiano.
Si tratta di un hotel dalle grandi proporzioni, sviluppato raccogliendo le ingenti quantità di plastica trasportate ogni giorno dalle correnti marine. Attraverso l’utilizzo di un apposito software in grado di identificare il movimento dei rifiuti nel mare, e mediante la creazione di sofisticate infrastrutture capaci di convogliare i rifiuti all’interno di uno spazio definito, ingegneri e architetti hanno simulato la creazione di un luogo interamente ottenuto assemblando bottiglie, pneumatici e oggetti di varia natura altrimenti dannosi per l’ecosistema circostante.
Costituito da sacchi pieni di rifiuti di plastica oceanica, l’hotel – fissato sul fondo marino anche grazie alla naturale funzione “ancorante” delle mangrovie – presenta stanze coperte e zone esterne per il campeggio. Un progetto audace per conoscere (e allo stesso tempo proteggere) una delle zone più affascinanti e in pericolo del globo.
[Immagine in apertura: Recycled Ocean Plastic Resort. Photo credit Margot Krasojević]