Al Museo della Shoah di Roma un’indagine sulla propaganda antisemita

7 Febbraio 2017

Il Balilla, disegno di Enrico De Seta, Roma, 29.01.1939

Inaugurata in concomitanza con la Settimana della Memoria, la mostra storico-documentaria La razza nemica. La propaganda antisemita nazista e fascista resterà aperta fino al 7 maggio 2017 presso la Fondazione Museo della Shoah – Casina dei Vallati, a Roma. Curata da Marcello Pezzetti e Sara Berger, l’esposizione documenta il ruolo rivestito dalla propaganda antisemita nella Germania nazista e nell’Italia fascista. L’obiettivo dell’iniziativa è comprendere le modalità e gli strumenti, messi in campo dai due regimi, attraverso i quali centinaia di migliaia di uomini hanno fatto proprie le ideologie distorte che hanno determinato la persecuzione e l’uccisione della minoranza ebraica in tutta l’Europa.

Cartolina razzista disegnata da E. Ligrano (Bologna, Arti Grafiche), nel 1935/1936. Collezione Enrico Sturani, Roma

 

Il percorso espositivo si snoda attraverso manifesti, fotografie, oggettistica, giornali e riviste dell’epoca. Cospicua la presenza di documentari, film e corti di animazione, in larga parte dei quali inediti; tra questi anche Jud Süβ, di Veit Harlan (1940), la più famosa trasposizione cinematografica dell’odio antiebraico e il documentario Der ewige Jude di Fritz Hippler (1940), il prodotto più violentemente antisemita del Terzo Reich.

La razza nemica. La propaganda antisemita nazista e fascista è stata resa possibile grazie a prestiti concessi dall’Archivio Centrale dello Stato, dall’Istituto Luce, dagli archivi della RAI, dall’Istituto Storico Germanico (DHI) e da alcune emeroteche, come quella della Biblioteca Nazionale. A questo corpus di opere si aggiungono, infine, le testimonianza provenienti dagli archivi delle istituzioni ebraiche, tra cui la Fondazione Museo della Shoah di Roma e il Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea di Milano.

[Immagine in apertura: Il Balilla, disegno di Enrico De Seta, Roma, 29.01.1939. Immagine nell’articolo: Cartolina razzista disegnata da E. Ligrano (Bologna, Arti Grafiche), nel 1935/1936. Collezione Enrico Sturani, Roma]