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25 Maggio 2014
Dalla spettrale Beirut bombardata di Gabriele Basilico alle contraddizioni della Cina contemporanea secondo Yao Lu. Sessanta artisti internazionali interpretano, al Mart di Rovereto, il tema del paesaggio
È un documento ufficiale, definito dagli organismi dell’Unione Europea e progressivamente recepito dai diversi Stati membri, a stabilire come definire oggi il concetto di paesaggio. Non la bella veduta, non il panorama da cartolina, ma una parte di territorio “così come è percepita dalle popolazioni” , realtà esperita che parifica i fattori naturali a quelli umani. E anzi si determina con forza proprio in virtù delle loro intrinseche relazioni.
Guarda a questo tipo di filosofia, profondo e in una certa misura olistico, la mostra che fino a fine agosto propone al Mart uno sguardo approfondito su un tema classico dell’arte di tutti i tempi. Reinventato, rivisitato, riletto grazie alla contempraneità. In una misura che pone al centro dell’attenzione, naturalmente, l’Uomo: non più quello vitruviano, perfetto, di Leonardo. Ma quello di oggi, carico delle proprie incertezze e dolorose fragilità.
Un legame sempre più aspro quello tra società e ambiente: lo testimonia con straordinaria efficacia, nelle sale del museo di Rovereto, la serie fotografica che vede Bae Bien-U quasi soffocare sotto la mole impassibile di foreste lussureggianti; lo confermano le indagini, affini per presupposti ma meravigliosamente originali, di Emmet Gowin e Vandy Rattana. L’azione cruenta dell’uomo lascia cicatrici che finiscono per creare paesaggi nuovi ma plausibili: dove il cratere di un bombardamento diventa lago artificiale.
La mostra curata da Gerardo Mosquera ha il merito di andare a osservare là dove i cambiamenti e le tensioni sono più vertiginosi, ma per noi spesso sconosciuti. Molti tra i sessanta artisti invitati vivono e lavorano in Estremo Oriente: il tema dell’accelerazione delle Tigri asiatiche e della sostenibilità della loro crescita è trattato con delicatezza da Yao Lu, che anche nelle discariche più mefitiche trova segni di poesia zen. Insegnando come la bellezza può essere chiave di volta per il cambiamento.
[nella foto: Gao Shiqiang, Red – 2008]
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