Francesco Clerici, Adolfo Di Molfetta, Milena Tipaldo e Andrea Zucchetti sono i primi quattro artisti coinvolti nel progetto ARgentiera in Augmented Reality, che punta alla rivalutazione di una specifica zona del territorio sardo attraverso nuove modalità di narrazione. Tra memoria storica e innovazione.
È ufficialmente partito il conto alla rovescia, in Sardegna, per il taglio del nastro del nuovo MAR – Miniera Argentiera. Si tratta del primo museo minerario a cielo aperto in realtà aumentata; sarà inaugurato con una serie di appuntamenti speciali in programma nelle giornate di sabato 27, domenica 28 e lunedì 29 luglio.
Sostenuta dal Comune di Sassari – in collaborazione con LandWorks, con il contributo del Parco Geominerario, Storico e Ambientale della Sardegna, del bando “culturability” promosso da Fondazione Unipolis, della Fondazione di Sardegna e con la realizzazione a cura dei partner di “LandWorks Plus (LW+)” e Bepart – l’iniziativa è finalizzata alla valorizzazione della memoria storica e identitaria dell’ex borgo minerario dell’Argentiera. Insieme, i partner hanno messo a punto un progetto che punta alla rivalutazione di questa specifica porzione del territorio sardo, attraverso la sperimentazione di nuove modalità di narrazione.
Riconosciuto dall’UNESCO come Patrimonio dell’Umanità e tra i più rilevanti siti di archeologia mineraria dell’intera Sardegna, l’Argentiera sarà accessibile al pubblico con una proposta culturale che sposa innovazione e memoria. L’itinerario sviluppato, infatti, consentirà di scoprire tutti gli edifici del borgo minerario e le caratteristiche del paesaggio circostante grazie a un percorso che include, per ora, quattro installazioni artistiche di grandi dimensioni.
Si tratta dei lavori esito della prima edizione di ARgentiera in Augmented Reality, uno dei progetti curati da Bepart e LandWorks, realtà cui si deve anche l’allestimento permanente presso l’antica Laveria. Francesco Clerici, Adolfo Di Molfetta, Milena Tipaldo e Andrea Zucchetti sono gli artisti selezionati nei mesi scorsi: a maggio, in situ, hanno dato vita a quattro opere fisiche in paste up art e quattro opere di animazione digitale.
Tramite tablet/smartphone e utilizzando la mappa delle installazioni, ciascun visitatore può inquadrare il poster, con l’app Bepart, collocato sugli edifici scelti dagli artisti: in questo modo l’opera digitale “prenderà vita” davanti ai suoi occhi.
[Immagine in apertura: Photo @ Alessandro Virdis]