Una Biennale per indagare il sistema della cultura, cercando risposte alla crisi economica. Firenze si anima per Florens 2012, in attesa dei documentari del Festival dei Popoli
Firenze capitale della cultura? Lo è stata, a lungo, nella stagione felice del Rinascimento. Torna ad esserlo oggi accogliendo Florens, Biennale Internazionale dei Beni Culturali e Ambientali, che sceglie per l’edizione 2012 di indagare le economie della cultura. Tema caldo e delicato quello proposto nelle decine di tavoli, incontri e dibattiti in calendario fino all’11 novembre: all’ordine del giorno le risposte del comparto alla crisi, ma anche il difficile dialogo tra pubblico e privato nel campo del sostegno alla cultura.
Dalla “a” di Piero Angela fino alla “zeta” di Gustavo Zagrebelsky: il catalogo dei relatori e degli ospiti di Florens abbraccia tutti gli ambiti del sapere e della cultura, accogliendo i contributi di accademici, divulgatori, tecnici ed esperti del settore. In arrivo da tutta Italia, ma anche dall’estero: ecco a Firenze, tra gli altri, il designer catalano Martì Guixé ma anche Charles Landry, tra i massimi esperti internazionali nel campo dello sviluppo delle smart cities.
Florens è confronto e dibattito. Ma è anche arte allo stato puro. Spettacolare l’installazione ideata da Mimmo Paladino, tra i padri della Transavanguardia: in piazza Santa Croce, a ridosso della basilica francescana e sotto lo sguardo severo della celebre statua di Dante Alighieri, ecco posato al suolo un crocefisso alto 80 metri. Cinquanta i blocchi di marmo di Carrara necessari alla sua realizzazione; centinaia i segni tratteggiati dal maestro sui bracci della croce, per un’indagine estetica sui simboli del cristianesimo.
Ma Firenze, in questi primi giorni di novembre, accoglie anche un altro grande evento. Il Festival dei Popoli, appuntamento con il documentario e l’inchiesta sociale che, in cinquantatre anni di storia, ha proiettato e discusso oltre 16mila film. Particolarmente attesa, sabato 10 novembre, la visione di “Indignados”, il viaggio che il cineasta Tony Gatlif ha compiuto nell’Europa scossa dalle tensioni sociali: passando dalla Grecia alle proteste nelle piazze di Madrid.