La cultura come forza innovatrice per il mondo degli affari: il linguaggio della creatività, proprio dell’arte, a servizio del rilancio delle imprese. Questi, a Milano, i temi del forum Art for Business
Hanno entrambi a che fare con il concetto di creatività, ma sono due mondi tra loro distanti. Per quanto solo apparentemente in maniera insanabile. Venerdì 16 e sabato 17 novembre, arte e affari sono al centro di Art for Business, forum che da cinque anni Milano dedica alla condivisione di buone pratiche e progettualità tra il sistema impresa e l’ambito della cultura. Due campi che si guardano, per tradizione, da lontano: ma che si scoprono decisamente vicini.
Obiettivo dell’edizione 2012 è una riflessione sul tema del linguaggio, e su quanto quello proprio dell’arte – con i suoi meccanismi creativi, le sue dinamiche evolutive e dialettiche – possa influenzare positivamente il fare impresa. Perché la nascita di un prodotto, quale esso sia, non è idealmente dissimile dal processo che conduce ad un’opera d’arte. Mentre diversissimo è il loro percorso e il punto d’arrivo.
Dibattiti serrati al Salone d’Onore della Triennale di Milano: Marco Balich, presidente di Filmmaster Events, racconta la sua esperienza come ideatore e coordinatore di grandi eventi performativi, come la cerimonia di chiusura delle Olimpiadi di Londra 2012. Mentre Anirban Bhatticharya, titolare della più grande impresa asiatica di art-based training, spiega come portare l’arte in azienda migliori ogni tipo di processo produttivo.
Dai corsi di teatro per i dipendenti fino alle strenne natalizie scelte tra oggetti d’arte: innumerevoli gli esempi e i modelli portati da manager e artisti, filosofi e sociologi. La dimostrazione che la potenza dell’arte sa migliorare la qualità della vita in azienda, e quindi cambiare e migliorare i processi produttivi. Positiva la contaminazione tra i due mondi, questo il messaggio di Art for Business: la vitalità dell’arte può dare lo slancio per superare la crisi globale.