Numeri imprevisti e imprevedibili per l’Hangar Bicocca, suggestiva casa milanese dell’arte contemporanea: il 2012 si chiude con il record di 90mila visitatori. E con l’anno nuovo...
È stato a lungo etichettato come oggetto misterioso, condannato da una posizione certo non felicissima a spazio marginale, poco vissuto e ancor meno amato. Arrivano, per l’Hangar Bicocca di Milano, i giorni del riscatto: numeri impressionanti quelli con cui si chiude un 2012 da incorniciare, segno che la rotta è stata invertita. E che la città ha finalmente vinto pigrizia e prevenzioni, imparando a conoscere e frequentare un luogo dal fascino innegabile.
Oltre 90mila visitatori in soli otto mesi, dalla riapertura dello spazio nel mese di aprile fino agli ultimi giorni di dicembre; un numero otto volte superiore quello totalizzato nello stesso periodo dell’anno precedente: risultato che, considerando nel tempo in esame anche il fisiologico calo delle visite nelle settimane estive, può dirsi quasi miracoloso. Almeno 60mila gli accessi ai due eventi espositivi inaugurati nel mese di ottobre e ormai prossimi alla chiusura.
Il pubblico ha dimostrato di apprezzarne l’interazione: a trainare l’Hangar verso il successo sono infatti “On Space Time Foam” di Tomàs Saraceno, scultura ludica che chiede allo spettatore di mettersi in gioco in prima persona; e “Unidisplay”, installazione del video-artista e dj tedesco Carsten Nicolai. Che in una sola serata di performance audio-visiva ha portato all’Hangar qualcosa come tremila persone.
In pochi avrebbero scommesso che l’ex capannone industriale perso nell’estrema periferia nord di Milano potesse in così breve tempo diventare un polo tanto vivo e dinamico. Merito di una attenta programmazione, sostenuta negli ultimi mesi dal gruppo Pirelli; ma anche di una rinnovata policy nel campo della didattica e del coinvolgimento di studenti e bambini. La sfida, ora, è quella di ripetersi: si riparte a marzo con i video del thailandese Apichatpong Weerasethakul