Si rinnova il feeling tra Massimiliano Fuksas e la Cina: è l’architetto italiano a vincere il concorso per realizzare l’imponente centro culturale di Chengdu. Mentre Norman Foster mete mano all Biblioteca di New York
Prima il nuovo terminal dell’aeroporto internazionale di Bao’an e la Guosen Tower a Shenzhen. Ora l’opera che vuole segnare la rinascita di una città ferita dal terribile terremoto che nel 2008 ha devastato la regione dello Sichuan. Torna a creare in Cina Massimiliano Fuksas, fresco vincitore insieme alla moglie Doriana, compagna nella vita e nel lavoro, del concorso per la realizzazione di un maestoso centro culturale a Chengdun, quinta città più popolosa del Paese.
Un complesso di quattro edifici, raccolti in un vero e proprio polo per le arti: i cantieri, avviati nelle prime settimane del 2013, porteranno alla nascita di un teatro e di uno spazio polifunzionale; di un palazzo per uffici e di uno ad uso residenziale, lussuosa foresteria per gli artisti ospiti di una città che punta a diventare frizzante centro culturale. Linee morbide e sinuose per il progetto, firma in calce di Fuksas: un affare da circa 150milioni di euro.
Da una parte all’altra del mondo; dalla creazione ex novo di un moderno quartiere per le arti al restyling di un tempio riconosciuto della cultura. Affidato, anche in questo caso, ad un grande nome dell’architettura. Ha già presentato i progetti Norman Foster, chiamato a reinventare gli spazi della Public Library di New York, tra le istituzioni più amate e frequentate della Grande Mela. Destinata, entro il 2018, a cambiare volto.
Addio, non senza polemiche, ai labirintici depositi che contraddistinguono l’austero palazzo neoclassico sede della terza biblioteca più grande degli Stati Uniti. Al loro posto un vano di quattro piani, illuminato da immense finestre e frammentato da logge: una sala lettura affacciata direttamente su Bryant Park, ariosa e luminosissima. E che permetterà di ampliare le aree oggi fruibili dal pubblico, con la prevista collocazione di centinaia di libri oggi dislocati in impegnative succursali.