Brasile, dallo sport un assist alla cultura

7 Febbraio 2013


Tre anni sotto i riflettori del mondo. Tre anni per scrivere il proprio futuro, passando dallo status di Paese emergente a quello di vera e propria potenza internazionale. Una doppia sfida per il Brasile: che ospita nel 2014 il Mondiale di Calcio e rinnova l’euforia del grande evento, già nel 2016 con le Olimpiadi di Rio de Janeiro. Appuntamenti che trascendono l’ambito sportivo, diventando vere e proprie scommesse: in palio un’affermazione politica, economica e sociale.

Anche, naturalmente, culturale: è proprio Rio allora, che già la prossima estate si misurerà con l’impegnativa accoglienza della Giornata Mondiale della Gioventù, il terreno dove si misura con maggiore frenesia l’ansia di rinnovamento di un intero Paese. E dove a fiorire, prima che stadi e piste di atletica, sono i musei. A cominciare dal MAR – Museo d’Arte di Rio, prossimo all’inaugurazione nel quartiere di Praça Mauá.

Una struttura modernissima, collocata in una piazza dove spiccano splendidi echi neoclassici: un autentico shock visivo quello suggerito dallo studio Bernardes and Jacobsen, che in omaggio alla vicinanza del porto della città disegna una leggerissima copertura ondulata, allegoria delle onde dell’Oceano Atlantico. La struttura si affaccerà su una piazza di quasi 15mila metri quadrati, nuova ideale agorà.

Annunciata a breve l’apertura della nuova sede della prestigiosa collezione Daros, tra le più ricche raccolte d’arte dell’intero Sudamerica; avveniristico il Museum of Tomorrow che l’archistar Santiago Calatrava ha immaginato, ancora nel porto di Rio, come un ponte leggero proteso verso l’Oceano. Ma a fronte della nascita di nuovi musei, a fare più notizia è forse il mantenimento di uno già esistente: quello dedicato agli indios, salvato dalla demolizione grazie ad una strenua battaglia di opinione.