Milano, capitale della fotografia

19 Marzo 2013


Considera se stesso alla stregua di un pittore. Che ha semplicemente sostituito al pennello la macchina fotografica; senza per questo perdere il senso della composizione e la riflessività propria di un linguaggio meno immediato ma altrettanto duttile e flessibile. Il canadese Jeff Wall approda al PAC di Milano per la sua prima retrospettiva in uno spazio pubblico italiano, portando con sé oltre quaranta pezzi. Frutto di spunti recenti e progetti storici.

Una ricostruzione metodica e meticolosa di set e scenari, lunghe ed estenuanti sessioni di posa per imprimere su pellicola suggestioni fugaci: rielaborate e reimpostate, filtrate da una profonda riflessione sul senso più intimo dell’immagine. Paesaggi urbani, interni d’autore e intense nature morte: lo sguardo di Wall indaga il reale in tutte le sue forme. Suona programmatico, allora, il titolo scelto per la mostra milanese: “Actuality”.

È stata al MoMA di New York e alla Tate Modern di Londra, fino al prossimo 9 giugno resterà a Milano: “Actuality”, curata da Francesco Bonami, spazia dalle celebri iridescenze dei light box di fine Anni Settanta, coinvolgenti nei propri rimandi subliminali alle atmosfere pop, fino alle immense stampe in bianco e nero della recente serie dedicata al rarefatto paesaggio di Hillside Sicily. Dalla sovrabbondanza alla rarefazione dell’immagine, passando per i diversi gradi intermedi.

L’arrivo di Jeff Wall contribuisce a fare della primavera milanese la “stagione della fotografia”. Dopo il successo ottenuto a Roma approda allo Spazio Oberdan la retrospettiva dedicata a Robert Doisneau; fino al 7 aprile la Fondazione Forma apre in esclusiva gli straordinari archivi Condé Nast: in mostra un secolo di fotografie di moda, nelle immagini di mostri sacri dello scatto. Da Diane Arbus ad Helmut Newton, fino ad Ugo Mulas.