Zaha Hadid, regina d’Oriente

20 Marzo 2013


Arte e cultura ventiquattro ore al giorno, sette giorni su sette. Un polo avveniristico, destinato a non fermarsi mai: nell’alternanza tra gli orari di apertura di musei e centri congressi e quelli di cinema e teatri; con una cornice di negozi e spazi per la collettività fruibili senza soluzione di continuità. Questo sarà il centro culturale di Changsa, nel sud della Cina, presentato dall’archistar che ne sta curando la realizzazione: Zaha Hadid.

Le linee morbide e sinuose che caratterizzano i progetti dell’architetto iracheno, premiata per due volte con il prestigioso Stirling Prize, si adattano anche alla nuova realizzazione: presentata nello studio londinese di Hadid, coprirà una superficie di oltre 100mila metri quadrati con tre diversi edifici gemelli, ispirati in pianta da temi floreali. Ali di museo vissute come petali, tra i quali incastonare due teatri: della capienza di 500 e 1800 posti.

Con il progetto per Changsa si rinnova il feeling tra l’archistar ela Cina: un rapporto cominciato nel 2010 con la progettazione dell’Opera House di Guangzhou; proseguito negli ultimi anni con interventi a Pechino (Galaxy Soho) e Chengdu (New Century City Art Center). E si conferma l’impegno, da parte di Hadid, in progetti dall’alta valenza culturale: un nuovo polo per le arti, insomma, dopo il progetto per il Maxxi di Roma.

E a pochi anni di distanza dalla progettazione, datata 2006, dell’Heydar Aliyev Cultural Center di Baku, capitale della repubblica caucasica dell’Azerbaijan. Località ai margini dei tradizionali circuiti internazionali del turismo culturale, che punta proprio sull’intervento dell’archistar per presentarsi al mondo. Nei 110mila metri quadri dell’avveniristica struttura una biblioteca, un museo di storia e cultura locali e un centro congressi.