Campi a regola d’arte. Nel cuore di L.A.

2 Aprile 2013


Un passo indietro: che suona come un avveniristico balzo in avanti. Verso l’utopia di città a misura d’uomo, nel tentativo di trovare una sintesi accettabile tra le necessità della civiltà e quelle dell’ambiente: riconsegnando alla natura ambiti a lungo dimenticati. Prende vita nel cuore di una delle metropoli più complesse e inquinate d’America il progetto “Not a cornfield”: un’opera di land art che diventa spazio riconsegnato alla collettività.

Los Angeles, Chinatown. Tredici ettari al confine con il quartiere di Lincoln Heights. Un’area un tempo occupata da un invasivo snodo ferroviario, poi caduto in disuso: fino al completo abbandono. Un terreno su cui interviene oggi Lauren Bon, land-artist e architetto del paesaggio, già al lavoro con analoghe soluzioni a Belfast, Hong Kong e Belgrado: impegnativo il lavoro di bonifica che ha permesso di piantare un milione di semi di mais.

Ad avviare il progetto è stata, inconsapevolmente, la stessa tenacia della natura. È dall’inizio degli Anni Zero che l’area in questione è stata ribattezzata dai residenti “The Cornfield”: proprio per la crescita spontanea di piante di mais, nate in modo casuale grazie alla dispersione di semi dovuta al frequente passaggio di treni merci adibiti al trasporto di cereali. Un fattore che ha ispirato l’azione con cui Lauren Bon ha ricreato, a partire dal 2005, un orto pubblico a beneficio dell’intera città.

Nel cuore del nuovo campo ecco allora “The Eye”, spazio circolare che costituisce una vera e propria piazza verde: nella quale coltivare le cosiddette “tre sorelle” – mais, fagioli e zucche: piante che per tradizione vengono cresciute in stretta vicinanza; ma soprattutto dove incontrarsi, discutere, raccontarsi. In calendario workshop ed eventi pubblici, appuntamenti che mirano a tessere nuovi e più intensi rapporti sociali.