Piccoli oggetti d’arte, da comprare per sostenere progetti di recupero dell’area della Darsena. A Milano il Cracking Art Group mette a disposizione le sue rane in plastica per salvare i Navigli; con una performance collettiva che “lancia” l’iniziativa
C’è stato un tempo in cui Milano affiancava alle vie lastricate quelle d’acqua; un tempo in cui si poteva pescare in Via Senato, a un passo da quello che è oggi l’esclusivo Quadrilatero della Moda, e il quartiere di Brera si affacciava su conche e canali. È il tempo eroico della cerchia dei Navigli, che per secoli ha fatto di Milano una piccola Amsterdam italiana; fino all’interramento voluto a fine Anni Trenta, in favore della creazione di nuove strade e piazze.
Non resta molto, a Milano, di quella eccezionale rete di canali che connetteva la città al Lago Maggiore e, attraverso il Lambro, al Po e dunque al mare; il poco che rimane non gode di ottima salute. L’asse del Naviglio Grande e di quello Pavese, punto di riferimento per la movida, combatte la propria lotta quotidiana contro degrado, inquinamento e incuria: una sfida impari, per la quale però arrivano in soccorso forze fresche.
Quelle del Cracking Art Group, collettivo che da sempre elabora progetti dall’alto contenuto sociale. Animali colorati quelli prodotti per le loro azioni, costruiti con scarti dell’industria della plastica: l’arte del riciclo si fa arte in senso lato, a servizio di missioni che intendono scuotere le coscienze e chiamare alla partecipazione collettiva. Pochi mesi fa le lumache blu assiepate sul tetto del Duomo, sponsor di una raccolta fondi per il restauro delle guglie. Oggi l’operazione Navigli.
Mille piccole rane multicolori, vendute nella Galleria Glauco Cavaciuti Arte e nello spazio FAN, con i proventi devoluti a progetti di tutela e salvaguardia dell’area della Darsena. E per il lancio dell’iniziativa, in pieno clima da Fuorisalone, un “lancio” vero e proprio: a galleggiare sulle acque del Naviglio Grande un numero di esemplari pari a quello già venduto. Una macchia di colore trasportata dalla corrente, per poche ore, verso sud; segno di una Milano che ama il proprio passato e crede nel proprio futuro.