Un Pirandello inquietante quello che Luca Ronconi porta a Firenze per la ventesima edizione del Fabbrica Festival. La sua lettura dei “Sei personaggi in cerca d’autore” tesse un incubo degno di Lars von Trier
Da quasi cento anni sono a caccia di un autore. Lo trovano, ospiti dell’affascinante cornice della Stazione Leopolda di Firenze, nella straordinaria personalità di uno tra i più grandi registi italiani di sempre. Per la prima volta nella sua lunga carriera Luca Ronconi si cimenta nel capolavoro di Luigi Pirandello, portando nel contesto del Fabbrica Festival il suo In cerca d’autore. Studio sui “Sei personaggi”. In scena da venerdì 3 a domenica 5 maggio.
Una vitalità impressionante quella del testo pirandelliano, la cui attualità non è messa in discussione: è semmai oggetto di riflessione, da parte di Ronconi, il modo che da decenni si ha per portare la vicenda sulla scena. La sua proposta, costruita nell’ambito di un laboratorio triennale che coinvolge le giovani promesse del teatro italiano, è quella di liberare finalmente i personaggi dalle gabbie del conformismo. Svelando la loro vera natura e dando sfogo alle loro pulsioni. Anche le più inquietanti.
Claustrofobico e inquietante: la critica, che ha accolto in maniera entusiasta il progetto, ha trovato forti analogie tra la cupa atmosfera ricreata da Ronconi e la delirante ambientazione del celebre “Dogville” di Lars von Trier. Gli attori, freschi diplomati all’Accademia Nazionale di Arte Drammatica, si trovano alle prese con una scenografia di raggelante nudità, chiamati a dare sfogo alle meschinità e perversioni di personaggi mai così allucinati.
Lo spettacolo di Ronconi è tra le gemme della ventesima edizione di Fabbrica Europa, festival che fino al mese di luglio indaga le eccellenze nel campo delle arti performative, in rapporto con ogni altro tipo di linguaggio. Teatro dunque, ma anche architettura: con la lectio magistralis di Massimiliano Fuksas del 9 maggio. E arti visive. Una delle navate della Leopolda è occupata da “No More Excuses”, spettacolare installazione luminosa con cui Maurizio Nannucci invita a lasciarsi sedurre dalla creatività e dall’urgenza di essere protagonisti del presente.