Ottanta gallerie dall’intero Sud America, ma anche dalla vecchia Europa, si danno appuntamento a Buenos Aires per la 22esima edizione di arteBA. Fotografia su un mercato che, dal Messico all’Argentina, registra prestazioni in crescita
La crisi è ormai un lontano ricordo e il progressivo, lento ma inesorabile, ritorno alla normalità vive anche di un rinnovato interesse per il mercato dell’arte. Fenomeno in crescita in Argentina, nazione che si orienta sugli standard che vedono l’intera area latino-americana come piazza effervescente e dinamica; momento fotografato a Buenos Aires dalla 22esima edizione di arteBA, fiera d’arte contemporanea in scena da venerdì 24 maggio.
Un’ottantina le gallerie ospiti: censimento accorto dell’intero panorama continentale, arricchito dalla presenza di operatori in arrivo dagli Stati Uniti ma anche dal Vecchio Continente. Ecco la spagnola Travésia Cuatro e la svizzera Raebervonstenglin, che propone le astrazioni pittoriche di Alexander Wagner, a cavallo tra minimalismo e pop art; ma anche, da Berlino, la PSM Gallery, con le eclettiche installazioni di Eduardo Basualdo e Daniel Jackson.
Ma a farla da padroni sono, dati alla mano, i maestri locali: un mercato tendenzialmente autarchico quello sudamericano, che guarda con particolare affetto agli artisti messicani e cileni. Fernando Botero, Roberto Matta, Lygia Pape ed Hélio Oiticica i nomi più in voga in aste che, l’anno passato, hanno registrato le migliori performance dal 2008: ammonta a oltre 35milioni di dollari il giro d’affari registrato dalle tre principali case presenti in Sud America, Christie’s, Sotheby’s e Phillips de Pury.
Prima volta di un curatore straniero per la decima edizione del premio arteBA – Petrobras, che nell’ambito della fiera assegna a cinque diversi artisti la somma di centomila dollari. Il messicano Cuauhtémoc Medina, tra i registi di Manifesta 9, ha selezionato gli argentini Sebastian Dìaz Morales, Gustavo Romano, Antonio Gagliano e Enrique Ježik; ma anche il taiwanese Aili Chen.