Scandiscono lo spazio con la loro aria enigmatica, insieme antica e futuribile. Sono i “Sette Savi” scolpiti da Fausto Melotti oltre mezzo secolo fa, oggi restaurati e collocati all’Aeroporto di Malpensa
È stato ribattezzato la Porta di Milano , luogo di passaggio e accoglienza, primo biglietto da visita della città ai circa 19milioni di viaggiatori che ogni anno transitano per il primo dei suoi aeroporti. Uno spazio consegnato all’arte quello che separa – o meglio: unisce – il Terminal 1 di Malpensa alla stazione ferroviaria che collega lo scalo alla metropoli. Un ambiente che diventa oggi piattaforma espositiva per un capolavoro ritrovato.
Atmosfere ovattate abbracciano alla perfezione i blocchi in pietra disegnati alla fine degli Anni Cinquanta da Fausto Melotti: ecco i Sette Savi prendere possesso della Porta , uscendo da un oblio durato oltre mezzo secolo. Una copia in marmo è ospite dei giardini del PAC di via Palestro, un’altra – in gesso – ha invece trovato casa al MART di Rovereto. Gli esemplari oggi a Malpensa, destinati al parco del Liceo “Carducci”, hanno finito per conoscerne giusto le cantine.
Il danneggiamento di due delle sette statue, commissionate a suo tempo dal Comune di Milano, aveva indotto al loro accantonamento. Fino al reperimento dei fondi necessari al restauro e al successivo, recentissimo ritorno agli antichi splendori. Un processo giunto a compimento con l’installazione presso l’hub aeroportuale, sotto la curatela di Angela Vettese: i Sette Savi resteranno in loco, enigmatiche presenze, fino al prossimo mese di novembre.
Una sintesi emozionante tra figurazione e astrattismo, con l’elemento del corpo umano parificato ad elemento architettonico, ideale colonna chiamata a scandire lo spazio con senso di sublime e straordinaria armonia. Il gruppo scolpito da Melotti, che comincia a ragionare sul tema fin dalla metà degli Anni Trenta, è simbolo di una stagione che ha visto Milano orientarsi verso le più avanzate correnti artistiche europee.