Quinta edizione, al Serrone della Villa Reale di Monza, per la Biennale Giovani. Trenta gli artisti selezionati da una squadra di cinque critici: particolare attenzione alla fotografia; omaggio all’Austria, nazione ospite
Si tratta di un volo radente sul panorama della contemporaneità, saggiando il terreno dei più diversi linguaggi espressivi. A caccia di talenti emergenti, scovati grazie ad un accorto e sensibile lavoro di scouting. Si rinnova nel Serrone della Villa Reale di Monza l’appuntamento con la Biennale Giovani: quinta edizione per un evento che, quest’anno, sceglie di guardare con particolare attenzione all’ambito della fotografia, medium che grazie alle nuove tecnologie si è ulteriormente democratizzato. Diventando, nella sua immediatezza, linguaggio giovane per definizione.
C’è chi come Nadia Pugliese, Nicola Lo Calzo o Elisa Franceschi dimostra una maggiore attinenza alla progettualità propria del report giornalistico e chi, è il caso di Eva Frapiccini, si muove da un’indagine che fa dello scatto primo strumento di rappresentazione per lavori altri. Ci sono le inquietudini in bianco e nero di Martina Cirese e il senso della narrazione di Ottavia Castellina, in grado di raccontare, nella sequenza di pochi scatti, intere storie ricche di suggestione.
Cinque i curatori chiamati dal responsabile scientifico della Biennale, Daniele Astrologo Abadal. Sei gli artisti che ogni curatore è stato invitato a selezionare. Un totale di trenta progetti, esposti fino al prossimo 28 luglio: un ideale museo del futuro, che passa in rassegna la scena italiana e si focalizza – peculiarità di ogni edizione – su uno specifico Paese straniero. Ospite del 2013 l’Austria, raccontata attraverso lo sguardo critico di Carl Kraus e Peter Weiermair.
Una nazione cosmopolita per tradizione, che vede rinnovare l’eclettismo del proprio ambiente artistico e culturale. A Monza arrivano le fotografie di Agnes Prammer, morboso omaggio all’estetica di inizio Novecento e le grafiche pop di Moussa Kone, evoluzione di uno stile che viene dall’underground e dalla street-art. E poi ancora le installazioni di Bernd Oppl e Zenita Komad, le astrazioni pittoriche di Markus Bacher e le matite di Sevda Chkoutova.