Due rarissime tele di El Greco animano la sessione di old masters nella sede londinese di Sotheby’s. Dove all’asta finisce anche una ricca selezione di arredi, dal tardo Rinascimento all’epoca napoleonica
Un Cristo in croce . E un San Domenico in preghiera . Sono i pezzi forti dell’asta che nella serata di mercoledì 3 luglio anima la sede londinese di Sotheby’s: la mano è quella di El Greco, le opere arrivano per la prima volta sul mercato dell’arte con stime che si aggirano fra i tre e i cinque milioni di sterline l’una. Due rarità assolute per una sessione di old masters che promette di raggiungere cifre importanti.
È stato dipinto guardando ai disegni di Michelangelo oggi conservati al British Museum, ultimo esemplare delle tre opere con lo stesso soggetto realizzate dall’artista dopo il suo arrivo in Spagna, datato 1577. Questa versione del Cristo di El Greco arriva sul mercato dopo che il Getty Museum si è aggiudicato, nel 2000, una delle tele sorelle ad una cifra prossima ai quattro milioni di sterline.
Non solo arte in senso stretto, ma anche alto – anzi: altissimo – artigianato. Ad accompagnare gli old masters è infatti la proposta di una cinquantina tra arredi e oggetti d’arte decorativa, realizzati in più parti del mondo e in epoche tra loro distanti. Si passa dalla preziosissima mappa della Roma cinquecentesca realizzata in marmi intarsiati e pietre preziose (valore stimato attorno al milione di sterline) e si arriva ai vasi in bronzo dorato con decori in avorio in stile Luigi XVI.
Incuriosisce e affascina, simbolo del gusto esotico imperante a inizi Ottocento, il monetiere disegnato dall’architetto francese Charles Percier, già all’opera nell’ammodernamento del Louvre, e realizzato dallo stimato ebanista Francois Desmalter. Un omaggio alle scoperte archeologiche avvenute in Egitto per un mobile destinato a conservare, nei suoi oltre quaranta cassetti in mogano, medaglie e cimeli restituiti dalle sabbie del deserto.