2 Luglio 2013
Oltre quaranta opere per documentare il suo passaggio dalla pittura al collage. La Collezione Guggenheim di Venezia accoglie un’intensa retrospettiva sul lavoro di Robert Motherwell, gigante dell’espressionismo astratto americano.
Un processo di maturazione del proprio linguaggio di riferimento: partendo dalla pittura e arrivando, un passo alla volta, al papier collé. Ma sempre nel segno, inesorabile, di un’astrazione che libera impensabili e straordinarie possibilità creative. È una mostra di importanza capitale quella che la Collezione Peggy Guggenheim di Venezia ospita fino all’8 settembre, occasione più unica che rara per capire i passaggi fondamentali nel percorso di Robert Motherwell.
Sono oltre quaranta le opere esposte, a coprire l’attività di un decennio esatto: dall’inizio degli Anni Quaranta fino al 1951. Un periodo di frenetica ricerca del proprio segno per l’artista, che dopo i viaggi in Europa e la passione giovanile per il Surrealismo si avvicina in modo inesorabile ai vari Mark Rothko e Barnett Newman, creando rapporti di intensa amicizia e proficua affinità intellettuale. Stabilendo frequentazioni che lo influenzano in modo decisivo.
La mostra veneziana, attesa a fine settembre “in replica” a New York, documenta grazie ad opere straordinarie l’evoluzione del gusto estetico di Motherwell. Se è vero che il passaggio definitivo al collage risale agli Anni Sessanta, è altrettanto vero che in questa serie di prime sperimentazioni si legge l’acuta riflessione estetica e formale di un artista in grado di combinare con raffinato equilibrio tecniche tra loro distanti. Con gi assemblage di carte arricchiti da colpi di pennello e interventi grafici di calda intensità espressiva.
Considerato una tra le più felici scoperte di Peggy Guggenheim, mecenate dalle eccellenti doti di talent scout, Motherwell viene ben presto assunto a ideale contraltare di Andy Warhol e dei grandi nomi della pop-art. Alla colorata schiettezza degli uni si contrappone il vibrante tormento dell’altro, esponente di un’arte che fa del più enigmatico e lirico intimismo il proprio tratto distintivo.