È stato il buen retiro di Giorgio Morandi, rifugio sicuro dove chiudersi nella pittura. Ora la sua casa di Grizzana, nell’Appennino bolognese, apre le proprie porte a cinque artisti contemporanei: per una riflessione sui modi per raccontare la natura. E con essa l’uomo
Un piccolo comune dell’Appennino emiliano. Un legame importante, indelebile, certificato dalla scelta presa nel 1985 di cambiare il proprio toponimo. Grizzana Morandi porta nel nome l’omaggio a Giorgio, tra i più grandi artisti italiani del Novecento. Nato e vissuto a Bologna, ma a lungo ospite di un paese che forniva la serenità e gli spunti migliori per creare. E che oggi ricorda il “suo” pittore ospitando nomi nuovi del contemporaneo.
Le porte della Casa Studio Morandi e quelle degli antistanti Fienili del Camparo si aprono, fino al prossimo 31 agosto, per accogliere Un’Etica per la Natura . Una riflessione che accomuna cinque artisti dal linguaggio diverso, ma avvicinati da una comune sensibilità quando si tratta di leggere il paesaggio come ambiente di vita. Partendo dalla video installazione di Elisa Laraia, coinvolgente e struggente teatro delle ombre.
Si ispira alle opere rinascimentali di Piero di Cosimo Karin Andersen, che inventa un mondo incerto tra realtà e sogno, presente e passato, popolato da creature che sembrano uscire da una saga fantasy. Gioca sul confine tra possibile e impossibile anche Silvia Zagni: le sue sculture in ceramica nascono dal dettaglio di elementi naturali, ma tendono infine verso fantasiose astrazioni, trasformandosi in complesse e magnetiche strutture.
È animato da una poetica pietas l’obiettivo di Davide Monteleone, stimato reporter che raccoglie nei suoi taccuini per immagini i volti e le suggestioni della Russia di oggi. Terra magica, antica, ancora incerta su come affrontare il proprio futuro. I suoi paesaggi, carichi di umanità, si specchiano in quelli dipinti da Ettore Frani, dove è semmai il divino a pervadere come presenza pacificante l’ambiente naturale.