Mat Collishaw: premio e mostra per ricordare Pascali

4 Luglio 2013


Una carriera breve ma intensissima, chiusa a seguito di un drammatico incidente stradale quando l’artista era poco più che trentenne. Un’icona Pino Pascali, eclettico e irresistibile, ironico e pungente; animatore negli Anni Sessanta di quella scena dell’Arte Povera che ha visto emergere e imporsi i vari Mario Merz e Jannis Kounellis. Una figura fondamentale per la scena contemporanea italiana, oggi giustamente celebrata. Nella sua Puglia.

La cornice è quella della Fondazione Museo Pino Pascali di Polignano a Mare, città del litorale barese dove l’artista è nato nel 1935. L’appuntamento, venerdì 5 luglio, è con Mat Collishaw, vincitore della sedicesima edizione del premio che a Pascali è intitolato. Un riconoscimento che coincide con l’inaugurazione della personale che, fino a metà settembre, inquadra gli ultimi quindici anni di attività di uno tra i più interessanti esponenti di quella Young British Artists che ha visto lanciare Damien Hirst e Tracey Emin.

Dalla scultura al video, passando per fotografia e installazioni ambientali. È ricco e complesso l’universo creativo di Collishaw, enigmatico e raffinatissimo nel suo costante riferimento a grandi nomi di ieri e di oggi. Con uno sguardo che si ispira alle ambientazioni settecentesche di Chardin e alla ritrattistica di Velazquez, posandosi infine sulle oscure atmosfere di Böcklin e ammirando la straordinaria lezione pittorica di Bacon.

Collishaw succede a Nathalie Djurberg e al compositore Hans Berg, insigniti del Pascali nel 2012. Una tradizione che si rinnova quella del premio, istituito dalla famiglia dell’artista fin dal 1969, e che ha visto nella sua prima fase il riconoscimento di nomi del calibro di Kounellis, Agnetti e Mochetti. Poi una lunga fase di silenzio, durata circa vent’anni. Fino al ritorno di un evento che scruta con attenzione le più potenti espressioni del contemporaneo.