Lei è l’étoile del momento, cresciuta al Bolshoi e fresca di ingaggio al Royal Ballet. Lui è il ballerino del futuro, già incoronato da Roberto Bolle come autentica rivelazione. Natalia Osipova e Claudio Coviello portano alla Scala “Il lago dei cigni”. Così come l’ha sognato Rudolf Nureyev
Il classico dei classici. Nella versione ideata da uno tra i più grandi interpreti che la danza abbia mai conosciuto. Nel ventesimo anniversario della scomparsa di Rudolf Nureyev la Scala di Milano omaggia il suo estro e il suo talento riportando sulle scene Il lago dei cigni . Così come è stato immaginato e coreografato dallo stesso Nureyev, autore di una complessa e affascinante ricostruzione narrativa del peso e della profondità dei diversi personaggi.
Un lavoro che ha impegnato il ballerino russo per oltre vent’anni. A partire dal ’64, quando a Vienna comincia a rielaborare i movimenti e le linee di un balletto che giungerà a nuova e completa maturazione solo nel 1984, con la prima all’Opéra di Parigi. Una lettura che il pubblico della Scala ha già avuto modo di apprezzare nel 1990: in quel caso è lo stesso Nureyev a impersonare il doppio ruolo di Wolfgang e Rothbart.
A brillare più di ogni altra, quest’anno, è la stella Natalia Osipova, ospite della prima del 17 luglio e delle successive repliche del 18 e del 23. Considerata tra le etoile più affermate al mondo, cresciuta alla scuola del Bolshoi e già al seguito della compagnia del Metropolitan di New York, l’artista russa è stata annunciata lo scorso mese di aprile come nuova prima ballerina del Royal Ballet di Londra. Con il quale debutterà a fianco di Carlos Acosta, in autunno, nel Romeo e Giulietta diretto da Kenneth McMillan.
Una vera e propria autorità, chiamata a tenere a battesimo la grande promessa della danza italiana. Debutto nel ruolo di Siegfried per Claudio Coviello, a vent’anni già nominato primo ballerino della Scala. Di lui critica ed esperti del settore dicono benissimo: paragonandolo per armonia di movimenti al leggendario Nizhinskij; individuando nella sua figura il degno erede di Roberto Bolle. Che non ha mancato di definirlo “una pura gemma” .