Non era mai accaduto, in mezzo secolo di storia, che un finalista del Campiello morisse prima dell’assegnazione del premio. La scomparsa di Ugo Riccarelli non frena però la corsa del suo “L’amore graffia il mondo”, che resta in gara
Si tratta di un caso mai verificatosi in mezzo secolo di vita di uno tra i premi letterari più importanti d’Italia. Il suo autore è scomparso, ma il romanzo prosegue la propria corsa verso la vittoria: L’amore graffia il mondo , edito da Mondadori, resta in lizza per l’aggiudicazione del Campiello 2013. Nonostante la morte di Ugo Riccarelli, sconfitto nelle scorse ore – a soli 58 anni – da un male terribile.
Una battaglia durissima quella sostenuta dallo scrittore, piemontese di nascita ma di origini toscane; tenace la resistenza opposta a una invalidante e aggressiva malattia dell’apparato respiratorio, che lo ha costretto nei primi Anni Novanta a un delicatissimo doppio trapianto di cuore e polmoni. Un’esperienza vissuta con discrezione, evocata solo recentemente nei romanzi Le scarpe appese al cuore (Mondadori) e Ricucire la vita (Piemme).
Una vicenda che ha offerto lo spunto anche per L’amore graffia il mondo . Non è difficile riconoscere cenni autobiografici nel tratteggio che Riccarelli fa di Ivo, il figlio della coraggiosa protagonista, vessato da una malattia che obbliga la madre a una continua lotta per la sopravvivenza. Una tenera e struggente storia di riscatto ambientata nell’Italia degli Anni Trenta, con l’orizzonte a incupirsi inesorabilmente sotto la cappa imposta dal regime fascista.
Già vincitore dello Strega nel 2004 con Il dolore perfetto , Riccarelli può essere il primo scrittore ad essere insignito del Campiello dopo la propria morte. A contendergli il premio, assegnato a Venezia il prossimo settembre, sono Fabio Stassi con L’ultimo ballo di Charlot (Sellerio), Geologia di un padre (Einaudi) di Vittorio Magrelli; La caduta di Giovanni Cocco, edito da Nutrimenti, e Tentativi di botanica degli affetti (Bompiani) di Beatrice Masini.