Roma, le gentili denunce di Dor Guez al MAXXI con BNL

26 Luglio 2013


Centoquaranta opere. Ventidue artisti, tanti quante sono le nazioni bagnate dal Mediterraneo. Un progetto che propone visioni e suggestioni, creando un senso di armonica condivisione di ancestrali presupposti culturali. Si può parlare di una sola, grande comunità. Unita da legami che sono molto più profondi e radicati delle differenze linguistiche, ideologiche e religiose. Legami che scorrono sull’acqua del Mare Nostrum .

Si intitola The sea is my land  la collettiva che fino al prossimo 29 settembre raccoglie nello Spazio D del MAXXI di Roma una ricca selezione di opere firmate da artisti che vivono e creano a un passo dal Mediterraneo. Un progetto voluto da BNL, che celebra in questo modo i primi cento anni dell’istituto di credito: allestendo la mostra e acquisendo una delle opere esposte, destinata a entrare in una collezione che ad oggi annovera circa cinquemila pezzi.

Viene da Gerusalemme l’artista prescelto, decisione che risulta carica di forti simbolismi: Dor Guez vince con la sua Two Palestinians Riders, Ben Shemen Forest  , fotografia di grande formato che coglie – fugace e fantasmagorica apparizione – il passaggio di due cavalieri al galoppo in una lussureggiante foresta di cedri. Una riflessione poetica sulla condizione del popolo palestinese, spesso invisibile agli occhi dell’opinione pubblica internazionale.

A operare la selezione una giuria internazionale composta dal curatore della mostra Francesco Bonami e dall’amministratore delegato di BNL Fabio Gallia, accompagnati dalla direttrice del MART di Rovereto Cristiana Collu e dalla responsabile londinese di Christie’s per l’arte moderna Giovanna Bernazzoni; dal direttore del Moderna Museet di Stoccolma Daniel Birnbaum e da quello dell’Institute of Contemporary Arts di Londra Gregor Muir.