Gianni Piacentino: una mostra a tutta… velocità!

9 Agosto 2013


È stato tra i primi protagonisti della stagione dell’Arte Povera, personalità di spicco di quella scena culturale che – alla fine degli Anni Sessanta – ha fatto di Torino un punto di riferimento di livello internazionale. Si è poi spinto verso il linguaggio del minimalismo, guardando a Donald Judd, elaborando un linguaggio di raffinata profondità concettuale. Gianni Piacentino porta la sua visione dell’arte, fino al prossimo 18 agosto, al CAC di Ginevra.

A retrospective  titola la personale curata da Andrea Bellini, ex condirettore di quel Castello di Rivoli che dista solo una decina di chilometri dallo studio di Piacentino. Un viaggio totale nella poetica di un artista che sa trattare la forma in modo impareggiabile, plasmando nell’algida ed eterea perfezione del metallo linee di stupefacente armonia. Scienza e tecnica si sposano, nelle sue opere, con un senso per l’estetica di inarrivabile raffinatezza.

Quasi ossessionato dalla velocità – come un altro grande creativo torinese, l’eccentrico architetto, designer e fotografo Carlo Mollino – Piacentino elabora con il passare del tempo prototipi più e meno realizzabili, fantastiche macchine futuribili che diventano impliciti monumenti allo slancio dell’uomo verso il progresso. Così come ali ed eliche di biplani o galleggianti di idrovolanti, rubati alla loro funzione, si trasformano in involontarie sculture che esaltano il sogno del volo.

Un punto di arrivo, elaborazione ultima di un processo nato dall’analisi delle forme più semplici. Pali, travi e tavoli: oggetti della più semplice tradizione trasformati in puri aggregati di linee, ricondotti ad una essenza di impalpabile purezza. Una parabola creativa tracciata con sicurezza e raccontata in tutta la sua meravigliosa ricchezza nelle sale del CAC, complice un allestimento di spettacolare perfezione.