Era la prima volta che i documentari venivano ammessi in gara alla Mostra del Cinema di Venezia: ed è proprio uno di questi a vincere il Leone d'Oro. Gianfranco Rosi conquista la kermesse lagunare con il suo "Sacro GRA"
Era dal 1998 che il Leone d’Oro della Mostra del Cinema di Venezia non andava a un film italiano: a replicare il successo del Così ridevano di Gianni Amelio è Gianfranco Rosi. Il miglior lungometraggio dell’edizione 2013 della rassegna è il suo Santo GRA , titolo destinato a entrare nella storia: perché si tratta del primo documentario a conquistare il prestigioso riconoscimento, proprio nell’anno in cui questo genere specifico viene ammesso alla competizione.
Il cinema italiano festeggia anche Elena Cotta, che all’età di ottantadue anni conquista la Coppa Volpi per la miglior interpretazione femminile: convince la sua prova in Via Castellana Bandiera , film con cui Emma Dante esordisce in veste di regista per il grande schermo, portando nelle sale la trasposizione del suo omonimo romanzo. Lo scettro di miglior attore è invece assegnato al greco Themis Panou, protagonista dell’inquietante Miss Violence .
Un dramma che indaga i coni d’ombra dell’anima, guardando al complesso e contraddittorio universo di solitudini digitali dei giovanissimi di oggi: un film intenso quello diretto da Alexandros Avranas, che oltre a incassare il riconoscimento per Panou porta a casa anche il Leone d’Argento. Il premio al miglior attore emergente, intitolato alla memoria di Marcello Mastroianni, va invece al giovanissimo Tye Sheridan, superlativo a fianco di Nicholas Cage in Joe .
Va in oriente il Gran Premio della Giuria, assegnato a Tsai Ming Liang con Cani randagi , mentre La moglie del poliziotto di Philip Gröning, monumentale pellicola divisa in quasi sessanta capitoli, merita il Premio Speciale. La miglior sceneggiatura è quella scritta da Jeff Pope e Steve Coogan per il Philomena di Stephen Frears, interpretato in modo magistrale dall’intramontabile Judi Dench.