Ottava edizione a Terni per il Festival Internazionale della Creatività Contemporanea. Danza, teatro e performance di forte attualità: per raccontare in forma d’arte il dramma della Siria e le contraddizioni del presente
Lo conoscono con il nome di Caos, acronimo che suggerisce carica di irrefrenabile energia. Il Centro Arti Opificio Siri è teatro dell’ottava edizione del Festival Internazionale della Creazione Contemporanea, appuntamento che dal 19 al 29 settembre fa di Terni una piattaforma per lo sviluppo di linguaggi sperimentali. Volti a guardare l’arte come grammatica essenziale per raccontare la realtà e suggerire nuovi possibili percorsi narrativi.
“La performance come atto politico” : questo l’obiettivo del festival. Che vede il collettivo di danza contemporanea Kinkaleri mettere in movimento le rivoluzionarie poesie di John Giorno, eroe della beat generation; mentre il gruppo Motus destruttura “La tempesta” di William Shakespeare, trasformandola in un dramma collettivo che vive della partecipazione attiva di un pubblico mai così partecipe.
Proprio il coinvolgimento diretto del pubblico è carattere distintivo di una rassegna che annulla la barriera tra palcoscenico e platea. Il Tony Clifton Circus anima le strade della città con una colorata marcia contro l’esclusione sociale; mentre Katia Giuliani si improvvisa visionaria tour-operator per incredibili viaggi della mente. E Lotte Van Den Berg realizza un intervento urbano che impone una riflessione sul tema della solidarietà.
Di stringente attualità la “Pixelated Revolution” messa in scena da Rabih Mroue, che documenta le tensioni in Siria grazie alle immagini raccolte via smartphone da parte dei testimoni oculari; nascono invece dalla prassi di sottolineare titoli e frammenti di giornali i “Diari d’accions” di Pere Faura, performance che punta dritto al cuore della cronaca, costruendo una situazione di emozionante poesia visiva.