Spegne quaranta candeline una delle più importanti fiere d’arte d’Europa: fino al 27 ottobre torna FIAC. Che trasforma alcuni tra i luoghi più belli di Parigi, da Place Vendôme ai giardini delle Tuileries, in un museo a cielo aperto
Arriva a una settimana da Frieze, spostando sul piano dell’arte contemporanea l’eterna rivalità tra Francia e Gran Bretagna. Inaugura a Parigi la quarantesima edizione di FIAC, tra le fiere di settore più importanti d’Europa. E dunque del mondo. Oltre centottanta le gallerie partecipanti, quasi quaranta le novità – tra ritorni e prime assolute – rispetto all’anno passato; un ricco programma di eventi che fino al 27 ottobre coinvolge, come vuole la tradizione, l’intera città.
Nei prestigiosi ambienti del Grand Palais, cuore pulsante di FIAC, trovano posto alcuni tra i più importanti operatori della scena internazionale. Al Salon d’Honneur ecco Hauser & Wirth e David Zwirner, ma anche Gagosian, Lisson, Marian Goodman e gli italiani De Carlo, Giò Marconi e Noero; mentre i tre diversi spazi al primo piano trovano posto oltre cinquanta gallerie specializzate nel campo delle più recenti avanguardie.
Potenziato il programma di eventi collaterali alla fiera, che anima alcuni tra i luoghi più magici della Ville Lumière, da Place Vendôme al lungo Senna. Si rinnova per l’ottavo anno consecutivo la collaborazione con museo del Louvre, che trasforma il giardino delle Tuileries in un parco per sculture: ospiti di questa edizione, tra glia altri, le minimali forme in cemento di Giovanni Anselmo e gli eclettici arredi urbani di Ernesto Neto e Koenraad Dedobbeleer.
Un altro museo, quello di Storia Naturale, e un altro parco consegnato ad artisti di livello internazionale. Ci sono anche Allora & Calzadilla, Jaume Plensa e Mark Dion tra quanti collocano le proprie installazioni nello splendido Jardin del Plantes; sono esposte per la prima volta in Francia, al Petit Palais, le cinque monumentali sculture postume della serie Welcome Parade di Jean Dubuffet. A svettare su Place Vendôme è invece un’opera di Tadashi Kawamata.