Il re della Pop Art alla conquista del Bel Paese: prima Palazzo Blu a Pisa, nell’arco di pochi giorni Palazzo Reale a Milano inaugurano due complete retrospettive dedicate al leggendario Andy Warhol
Che avesse un feeling particolare con il Bel Paese è fatto conclamato. Eccolo gradito ospite del mitico gallerista Lucio Amelio, protagonista di quel fitto scambio culturale che negli Anni Ottanta ha avvicinato Napoli e New York; ed eccolo ancora a Milano, entusiasta osservatore di un Cenacolo Vinciano che decise di reinterpretare, rielaborare, omaggiare alla sua maniera. Andy Warhol amò l’Italia, l’Italia ama Andy Warhol. E lo dimostra con due grandi mostre.
Arrivano dal museo che a Pittsburgh conserva la collezione dell’artista, ma anche dall’Albertina di Vienna e da prestigiosissime collezioni private – Sonnabend su tutti – le centocinquanta opere esposte a Pisa nella cornice di Palazzo Blu. Un viaggio condotto tra le immagini più iconiche tra quelle eternate da Warhol: passando dai ritratti di Liz Taylor e Mick Jagger fino al lavoro sui marchi commerciali della zuppa Campbell e del detersivo Brillo. Un evento che solo nella prima settimana di apertura ha già attirato tremila visitatori: numeri da record.
Freschissima di inaugurazione è invece la selezione dei Warhol della preziosa collezione Brant arrivati nelle sale milanesi di Palazzo Reale. Quasi duecento i pezzi di una raccolta che guarda alle radici dell’esperienza artistica di Warhol, partendo da un corposo numero di disegni degli Anni Cinquanta, che rivelano la mai nascosta predisposizione del giovane Andy per il luccicante mondo della moda.
Prototipi di calzature, modelli per abiti e cappotti lasciano presto il posto a una riflessione totale sulla società dei consumi. Si arriva così, passando per la celeberrima serigrafia che ritrae Marilyn Monroe, alla strepitosa collezione di Polaroid d’autore: atmosfera quasi religiosa quella di un allestimento intimo e raccolto, che passa in rassegna i santini di effimeri eroi del recente passato. Passando senza soluzione di continuità da Basquiat a Stallone, da Pelé a Liza Minnelli. Fino alla strepitosa serie di autoscatti dello stesso Warhol, elegantissimo nei suoi giochi en travesti .