Un visionario abbecedario per imparare a leggere grazie alle opere del più influente artista in attività. E un omaggio a tutto tondo, tra musica e immagini, al linguaggio del fumetto. In libreria arrivano Damien Hirst, Eugenio Carmi e Umberto Eco
Ventisei opere. Ventisei immagini. Ventisei differenti caratteri. Un abbecedario decisamente particolare quello consegnato alle stampe dell’editore inglese Other Criteria dall’artistar Damien Hirst, che con il suo ABC riesce nel tentativo di avvicinare i più piccoli alla lettura, al design tipografico e, naturalmente, all’arte contemporanea. Imparare a leggere grazie alle opere del più famoso e controverso artista in attività? Ora si può.
Nel mondo anglosassone a fa rima con apple , con disegni e foto di tonde mele rosse a campeggiare nelle aule di ogni primary school che si rispetti. Con Hirst il parallelo si assesta sul termine anathomy , con il manichino di un corpo umano a sostituire non senza un brivido di inquietudine il pacifico frutto. L’artista lega ad ogni lettera, scritta con un diverso font , una delle sue opere, suggerendo nuovi immaginari: dove la d non è più quella di dice , o dado. Ma quella di diamond .
Un libro tutto da guardare, da leggere, da dire e da sentire. Così Umberto Eco presenta Stripsody, coloratissimo e divertito progetto ideato quasi mezzo secolo fa ed oggi riedito da Nomos Edizioni, che sceglie così di omaggiare l’universo dei fumetti. Boom , crunch , sigh , sob … parole che appartengono all’immaginario collettivo, assimiliate in modo acritico dai comics americani e caricate nell’altrimenti avventurosa traslitterazione in italiano autentiche onomatopee.
Eco crea un divertito glossario di termini che spazia dal terrificante e doloroso aaahh fino al soporifero zzzzzzz : ogni verso e rumore viene interpretato da Eugenio Carmi in una pregevole illustrazione, oggettivato in forme e colori. Ma è anche interpretato dalla voce di Cathy Berberian, in una registrazione d’epoca oggi riproposta. Una lettura scenica al tempo stesso frizzante e straniante, imprevedibile e allucinata; un’avventura che sembra trovare l’intrigante convergenza tra gli esperimenti linguistici del Futurismo e le coloriture della Pop Art.