Cinema: la magia di Bollywood sbarca in Italia

20 Novembre 2013


Ha come bacino di riferimento un pubblico che supera abbondantemente il miliardo di persone. E con i suoi circa mille lungometraggi prodotti ogni anno rappresenta, per quantità dell’offerta e volume di incassi, la prima industria cinematografica mondiale. Bollywood festeggia cento anni dalla proiezione del suo primo film: una ricorrenza che rende speciale la tredicesima edizione di River to River , il festival del cinema indiano in Italia.

Dal Gange all’Arno, sulle cui sponde è in programma fra 22 e 28 novembre; e poi giù fino al Tevere, per il greatest hits  in calendario tra 29 novembre e 1 dicembre: Firenze e Roma sono le sedi di una rassegna itinerante che ospita una quarantina di film tra prime nazionali, europee e mondiali. Uno sguardo attento sulle diverse anime del cinema indiano: passando dalle coloratissime commedie musicali alla maturità di una scena che indaga con grande originalità generi propri della cultura occidentale.

Aromi intriganti quelli con cui Karthik Subbraj condisce il suo Pizza , opera prima che riscrive i parametri dell’horror e del thriller; surreali suggestioni alla Bergman per The Coffin Maker  di Veena Bakshi, visionario faccia a faccia tra un falegname che costruisce bare e il suo miglior committente: la Morte, ovviamente. Il sipario sulla rassegna si alza con Abhishek Kapoor e Brothers for life , intenso viaggio di formazione che vede intrecciarsi, tra tensioni e passioni, le vite di tre inseparabili amici.

Protagonista assoluta di River to River  è l’attrice Shabana Azmi, vera e propria icona del cinema indiano e figura di riferimento per le battaglie in difesa dei diritti delle donne. Già parlamentare, oggi presidente della sezione indiana di ActionAid, Azmi è celebrata da Firenze con la prima retrospettiva italiana mai dedicata alla sua eccezionale parabola artistica. Cominciata a metà Anni Settanta ed esplosa a livello internazionale quando, nel ’92, ha recitato al fianco di Patrick Swayze ne La città della gioia  di Roland Joffé.