Chiude col botto la stagione di danza 2012-2013 della Scala di Milano. Spettacolare gioco delle coppie con Roberto Bolle e Svetlana Zakharova che si alternano alle promesse Claudio Coviello e Natalia Osipova nella “Manon” di Kenneth MacMillan
Tempo di prime volte alla Scala di Milano. Quella che vede Roberto Bolle e Svetlana Zakharova affrontare insieme una tra le più intense pagine della danza classica contemporanea; e quella che porta al debutto, nello stesso ruolo, Natalia Osipova e Claudio Coviello. Il presente e il futuro del balletto si alternano, su uno dei palcoscenici più importanti al mondo, ne L’histoire de Manon coreografata da Kenneth McMillan sulle musiche di Jules Massenet.
Il sipario sulla prima si alza giovedì 7 novembre, con Bolle e Zakharova a sostenere i ruoli principali; cedendo il palco il giorno successivo (e per la replica del 10) ai giovanissimi Osipova e Coviello. Quasi un ideale passaggio di consegne, con le due premiate étoiles scaligere a certificare il successo di una coppia che ha strappato applausi, nei mesi scorsi, con la strepitosa prova nel leggendario Lago dei cigni .
La trama è ispirata al romanzo di Antoine Prévost a cui ha attinto, siamo alla fine dell’Ottocento, anche Giacomo Puccini. La protagonista è infatti Manon Lescaut, capricciosa interprete di una vita fatta di lusso ed eccessi, figura modernissima nel suo essere contradditoria, cinica, apparentemente distante dall’etica e dalla morale. Un personaggio crudelmente contemporaneo, che tiene in scacco il romantico Des Grieux in un crescendo di vizio e lascivia. Fino all’inevitabile catastrofe finale.
Con la sua Manon , ideata esattamente quarant’anni fa, MacMillan compie un passo decisivo nel processo di modernizzazione del linguaggio della danza. Arrivando a livelli di introspezione dei personaggi e tensione drammatica mai sperimentati prima: una psicanalisi in movimento quella a cui è sottoposta la protagonista, divisa tra il sincero amore per il compagno e una devastante dipendenza, realmente tossica, per l’eccesso. Condizione che la trasforma in splendida e tragica eroina.