Wunderkammer a Milano: il fascino del bizzarro

16 Novembre 2013


La parola al collezionista. Inteso nella sua figura storica e romantica di appassionato cultore dell’arte, ma anche del bizzarro, colto e raffinatissimo accumulatore; catalizzatore di eclettismo ed eccentricità. E poi rivisto nella sua accezione attuale: lucido e accorto conoscitore di stili e tendenze, sponsor e mecenate. Due espressioni per una passione comune: ricondotta a unità, a Milano, in una mostra dal fascino indiscutibile.

A unire le proprie forze sono le Gallerie d’Italia, vetrina milanese della ricchissima raccolta d’parte del gruppo Intesa Sanpaolo, e il Museo Poldi Pezzoli: tra le più antiche e articolate collezioni private italiane. Due istituzioni per un’unica mostra, a occupare in un percorso espositivo affascinante entrambi gli spazi: in scena fino al prossimo mese di marzo va tutto il magico mistero della Wunderkammer . In un rapporto coinvolgente tra passato e futuro.

Animali esotici e misteriosi, pietre filosofali e amuleti, teschi umani e mostruosi memorabilia, dettagli per una fantasiosa interpretazione del reale che si lascia sedurre dalla leggenda e dall’impossibile: su questo di basavano le “stanze delle meraviglie” compilate con febbrile passione a partire dal tardo Rinascimento e fino all’Illuminismo. Oggi evocate, al Poldi Pezzoli, con l’esposizione di pezzi delle antiche raccolte di Ulisse Aldrovandi, Ferdinando Cospi e Manfredo Settala. Ma anche con cimeli appartenuti alla famiglia Medici.

Poche decine di metri, dal museo di via Manzoni fino a Piazza della Scala, e si compie un passo avanti di almeno tre secoli. Una intrigante e invitante scatola rossa l’allestimento ideato da Luca Rolla e Alberto Bertini, scrigno che custodisce riflessioni contemporanee sul tema del fantastico, dell’immaginifico e del visionario. Passando da un immancabile Damien Hirst, egli stesso appassionato collezionista, fino ad Alik Cavaliere ed Emilio Isgrò, Mario Merz e Jiri Kolar.