Duecento opere per raccontare, con la più grande retrospettiva mai dedicata all’artista, una parabola creativa geniale e controcorrente: le intriganti provocazioni di Vettor Pisani al MADRE di Napoli
Ha giocato come nessun altro, in Italia, con il senso della realtà. Soggiogandola a suo piacere, divertendosi a metterla in crisi con sarcasmo e ironia; teatralizzandola attraverso sublimi bugie, calembour linguistici e visuali di straniante e spiazzante efficacia. Vettor Pisani è stato, dagli Anni Settanta e fino alla tragica scomparsa avvenuta nel 2011, una scheggia impazzita del sistema dell’arte: unico e inimitabile, impossibile da imbrigliare e categorizzare.
Con Pisani l’assurdo diventa possibile e la verità svapora nell’effimero: un cortocircuito magnificamente messo in scena al MADRE di Napoli, che dedica all’artista la più grande retrospettiva mai organizzata da un museo italiano. Un evento costruito pensando alla tensione drammatica tra la figura dell’eroe e quella dell’antieroe, ad una confusione di ruoli che è stata cifra speculativa fondamentale per un percorso ricchissimo.
Ecco la storica Camera di Eros , con il volto in cioccolato di una Venere classica minacciato da una novella spada di Damocle; ed ecco il surreale Divano , degno di trovare posto nel salotto di Magritte, con tre minuscoli cipressi a spuntare attoniti tra i cuscini. Installazioni e ambienti esprimono al meglio il gusto provocatorio di Pisani, la sua capacità di creare magiche ed enigmatiche suggestioni.
Amore e morte, maschile e femminile, umano e divino: uno spettacolare gioco delle coppie, magnifico teatro delle antitesi, quello orchestrato da Pisani. Che trova il suo acme nella performance Lo Scorrevole , ampiamente documentata in mostra, con una modella agganciata tramite un collare a un cavo in metallo, sospinta completamente nuda nello spazio. Figura celestiale ma al tempo stesso profondamente carnale, caustico (s)oggetto di un desiderio impossibile.