Il Torino Film Festival parla spagnolo. Ma il pubblico premia Pif

1 Dicembre 2013


Freddo, cielo grigio, nebbia e qualche timido fiocco di neve fuori. Le calde atmosfere latinoamericane dentro. Nelle sale che hanno visto andare in scena l’atto finale del Torino Film Festival, con una trentunesima edizione nel segno della cinematografia d’oltreoceano: a vincere il premio come miglior film è Club Sandwich  del messicano Fernando Eimbcke, ironico e divertito triangolo che vede come protagonista una madre iper-protettiva, un figlio adolescente e la sua giovane fidanzata. Elemento disturbante per l’equilibrio di una “suocera” che si scopre, improvvisamente, tremendamente sola.

A fare il pieno di riconoscimenti è un altro film che parla spagnolo, ancora una volta incentrato sul rapporto tra una madre un po’ infantile e un figlio più maturo della sua età. Arriva dal Venezuela Pelo Malo , tenera storia che pone l’accento sui pericoli dell’emarginazione e dell’esclusione sociale. Dopo aver convinto la giuria del Festival di San Sebastian si ripete con quella di Torino, che assegna alla pellicola firmata da Mariana Rondón il premio per la miglior sceneggiatura e a Samantha Castillo quello come miglior attrice.

Il miglior attore visto durante la rassegna è il canadese Gabriel Arcand, fratello del regista premio Oscar Denys, apprezzato per la sua interpretazione nel drammatico Le démantèlement . Francofono anche il vincitore del premio speciale della giuria: romantico e delicato 2 automnes 3 hivers  di Sébastien Betbeder, che rievoca grazie ad una scrittura raffinatissima e una fotografia dall’estetica sublime i fasti della Nouvelle Vague.

Nell’edizione che segna il record di 100mila spettatori, un terzo in più rispetto all’anno passato, il festival vede assegnare a un film italiano il premio del pubblico. Risate amare quelle che Pierfrancesco Diliberto, per tutti Pif, propone nel suo La mafia uccide solo d’estate , esordio alla regia per l’ironico e stralunato reporter di MTV. Un film che esorcizza grazie ad una comicità mai stucchevole o volgare il dramma della presenza pervasiva della criminalità organizzata nella vita del Paese.