Sette artisti siciliani lavorano, nelle campagne romane, a fianco di un celebre artista americano. Nasce “Togli il fermo”, collezione di opere originali presentate all’American Academy di Roma
Un affermato artista americano, da sempre al lavoro su temi che affrontano – spesso grazie alla schietta e drammatica immediatezza dell’objet trouvé – le contraddizioni della società dei consumi, di un benessere mal distribuito. Un periodo di lavoro nell’agro romano, a fianco di sette giovani artisti siciliani: un incontro felice e fecondo, occasione di confronto tra visioni e intuizioni diverse. Seme che, una volta piantato, germoglia in forma di evento espositivo.
Sono in mostra fino al 16 dicembre a Roma, nelle sale dell’American Academy, le opere al centro di Togli il fermo , progetto che ha visto Nari Ward dialogare con una delle scene artistiche più interessanti del Mediterraneo. Un legame subito istintivo, fortissimo quello tra l’ospite e i protagonisti dell’esperienza; un rapporto tra isolani: perché Ward risiederà pure a New York, ma resta legato in modo viscerale alla natia Giamaica. Nella sua costante tensione tra potenzialità inespresse e occasioni drammaticamente perdute molto più vicina alla Sicilia di quanto si pensi.
La convivenza di Ward con i sette artisti siciliani, mediata dal filtro di un pool di giovani curatori legati al Museo RISO, porta alla creazione dei nuove opere, dalle quali emerge fortissimo il riferimento alle tradizioni di una terra ricca di storia e passioni. A partire da Concetta Modica, che orchestra una gioiosa performance collettiva attraverso la decorazione condivisa di una giara in terracotta: una danza di pennelli che rimanda a sapori ancestrali, riti di socialità perduti negli anfratti del tempo.
Si regge su instabili blocchi di cemento, ingentiliti da inserti in maiolica, il pannello istoriato da Gabriella Ciancimino con scene di devozione popolare, attualissimo nel suo invito ad una strenua Resistance ; di forte impatto sociale anche il neon con cui Filippo Leonardi ci ricorda come sia Meglio un uomo oggi che una gallina domani . Nei pattern di Silvia Giambrone, infine, il senso materico della terra, caricato di profonde valenze simboliche.
[nella foto: la performance di Concetta Modica, per “Togli il fermo / Let it go”, American Academy in Rome, 2013 – foto © Giovanni De Angelis]