L’India in Belgio, cultura d’oriente al festival Europalia

4 Gennaio 2014


Oltre cento diverse location per 450 eventi spalmati in quattro mesi di programmazione. Il cuore del Vecchio Continente si veste di suggestioni orientali, con il Belgio che dedica il festival Europalia alla magia della cultura indiana. Arte e musica, cinema, danza e design: si chiude a fine gennaio una kermesse ricchissima, articolata secondo le più diverse espressioni di una terra che sa legare le proprie antiche e superbe tradizioni ad un effervescente spirito di rinnovamento.

Quattro secoli di suggestioni artistiche, vissute sul filo di una irresistibile fascinazione per l’esotico: orientalisti di ieri e di oggi a confronto al Palazzo delle Belle Arti di Bruxelles, dove si incontrano le eccentriche curiosità di Rembrandt e le raffinate meditazioni in forma di installazione create da Wolfgang Laib. Passando per le cronache fotografiche di Henri Cartier-Bresson e le coloratissime messe in scena di Luigi Ontani, spingendosi fino al mito dell’India nella cultura hippie.

C’è anche l’artistar Subodh Gupta tra gli artisti indiani che portano a Liegi, in diverse location sparse per la città, la loro visione del tema dell’acqua; elemento fondamentale di una cultura che affondale proprie radici nella sacralità dei fiumi. Nel museo che a Louvain-la-Neuve ricorda la figura di Hergé, leggendario illustratore padre di Tintin, è invece il mondo del fumetto a raccontare l’idea dell’India così come è maturata nella cultura popolare occidentale.

È ancora Bruxelles ad accogliere il riallestimento della Large Mountain , monumentale scultura realizzata a metà Anni Novanta da Anish Kapoor; ma non è solo l’arte visuale a farsi medium del più autentico spirito dell’India. Anzi. Fitto il cartellone di concerti – su tutti spicca l’ethno-folk di Trilok Gurtu – e di spettacoli di danza; come pure quello delle proiezioni che celebrano il centesimo anniversario dalla nascita di Bollywood.

[nella foto: una performance del Projet Charisnu – foto Leela Samson]